Abbiamo parlato di che cosa sono gli ETF e come orientarsi tra i migliori a disposizione: è arrivato il momento di entrare nello specifico del tema e darti qualche indicazione utile per imparare a investire in ETF.
In questo articolo approfondiremo insieme la differenza tra ETF azionari ed ETF obbligazionari, proveremo a stilare un sintetico piano d’azione per investire in ETF e, soprattutto cercheremo di dare una risposta a tre annose domande, e cioè:
- Quali sono i principali rischi degli ETF?
- Quanto tempo serve per padroneggiare questa materia?
- Davvero nel 2022 conviene ancora investire in ETF?
Iniziamo!
Qual è la differenza tra ETF in azioni e ETF in obbligazioni?
Gli ETF, o Exchange Traded Fund, sono strumenti d’investimento che replicano indici di mercato, ma possono essere tranquillamente scambiati come se fossero delle azioni. Questi indici possono essere azionari, obbligazionari, immobiliari, tematici o riferiti a materie prime.
Gli ETF azionari, come puoi intuire dal nome, sono fondi che investono su un paniere di singole azioni, mentre quelli obbligazionari investono in titoli di debito.
Tra tutte le varie tipologie di ETF, quelli azionari sono senza dubbio i più diffusi e remunerativi e consentono agli utilizzatori di investire il proprio denaro sulle aziende di diversi settori economici, in un solo colpo e partendo anche con piccole cifre.
Gli ETF obbligazionari permettono agli investitori di compiere operazioni non su panieri di azioni, ma bensì di obbligazioni di varia natura, come ad esempio i titoli di stato, le obbligazioni corporate, le obbligazioni corporate high yield o le obbligazioni in valuta estera dei paesi emergenti.
Come puoi facilmente capire, scegliere quale ETF selezionare è un’operazione che richiede delle competenze specifiche e a monte un ragionamento di tipo strategico, che tenga in considerazione diversi aspetti.
Tra questi citiamo sicuramente la definizione del proprio obiettivo di investimento, l’orizzonte temporale, la propensione al rischio, i rapporti di forza e le correlazioni tra i singoli strumenti inclusi nel proprio portafoglio, i costi di gestione, la frequenza degli apporti di capitale, le considerazioni da fare sul contesto di mercato e la conoscenza dei singoli ambiti economici e settori produttivi.
Quest’ultimo punto è sicuramente tanto rilevante quanto dimenticato, nel senso che evitare di investire su ciò che non si conosce dovrebbe essere una regola aurea di qualsiasi investitore strategico, anche se spesso si tende a dimenticarsene a favore di trend e mode del momento.
Sono meglio gli ETF azionari o gli ETF obbligazionari?
Giustamente, a questo punto ti starai chiedendo su quale tipologia di ETF è meglio puntare, soprattutto se sei alle prime armi con questo settore e devi ancora imparare al meglio a investire tramite questo strumento finanziario.
Non ti preoccupare, la domanda è legittima e la verità è che non esiste una soluzione unica, ma semplicemente ciò che è più adatto alle tue esigenze.
Ovviamente per poter definire cosa è utile alla tua causa bisogna conoscere il funzionamento delle due tipologie di ETF, anche perché, soprattutto sul fronte dei rischi finanziari, le cose non sono così semplici e immediate come possono sembrare.
A fare la differenza, in questo caso, sono la tua esperienza, per l’appunto, e i tuoi obiettivi di investimento. Se è vero che gli ETF obbligazionari sono “generalmente” meno rischiosi (approfondiremo più avanti nell’articolo gli effettivi rischi degli ETF) e volatili di quelli azionari, è anche vero che hanno un ruolo completamente diverso all’interno di un portafoglio diversificato.
Qui è importante ribadire che selezionare i migliori ETF obbligazionari, tra le centinaia e spesso migliaia di emissioni, non è per nulla semplice, dovendosi districare tra merito creditizio, rapporto con l’andamento dei tassi di interesse, valuta, e duration.
Come puoi facilmente intuire, se non si hanno conoscenze specifiche si tratta di un’operazione assai difficoltosa. Detto ciò, gli ETF obbligazionari devono sicuramente trovare il loro spazio all’interno di un portafoglio diversificato.
Questo aspetto è molto rilevante, in quanto gli ETF obbligazionari hanno un ruolo decisamente diverso rispetto ai loro “cugini” azionari e le aspettative su ciò che possono portare in termini di performance deve necessariamente essere allineate con la realtà dei fatti.
Ad esempio, se il livello dei tassi di interesse è molto basso o vicino allo zero, è logico e naturale aspettarsi da strumenti di natura obbligazionaria rendimenti mediamente più contenuti.
Questo significa che i segmenti e i settori obbligazionari che investono su obbligazioni ad alto rating (cioè a più basso rischio), a fronte di una maggiore protezione generale del capitale, porteranno a casa un minore rendimento.
Viceversa, se ci si sposta sui segmenti a più basso rating (e quindi a più alto rischio), come le obbligazioni cosiddette “high yield”, si possono ottenere maggiori performance, ma sempre con la consapevolezza che il livello di volatilità sarà molto più vicino a quello degli ETF azionari.
Come vedi, tutto dipende da cosa vuoi ottenere e soprattutto in che modo.
Se ci spostiamo sugli ETF azionari, possiamo sicuramente trovare molte più soluzioni di investimento, per via del maggior numero di settori e segmenti.
Qui il principale punto di attenzione riguarda il fatto di non investire il proprio capitale su strumenti che investono su settori che si sovrappongono per natura e rischio.
Ad esempio, se scelgo di introdurre nel mio portafoglio un ETF sulle azioni tecnologiche e un ETF sulla cybersecurity, dovrò fare attenzione a valutare che al loro interno non si trovino le stesse aziende, altrimenti avrò semplicemente concentrato il rischio complessivo del mio investimento, invece che diversificarlo.
Questa attività di analisi e selezione richiede naturalmente tempo e preparazione per andare in profondità e nel dettaglio di ogni singolo strumento che voglio inserire all’interno del mio portafoglio.
Parliamo quindi di un’operazione delicata, dato che dobbiamo mettere i nostri soldi sui mercati finanziari, perciò adottare un approccio analitico, metodico e preciso è il minimo che possiamo fare se vogliamo ottenere certi risultati.
Se ci prendiamo il giusto tempo quando dobbiamo comprare una macchina o un nuovo telefono, non vedo perché non si debba fare la stessa cosa quando dobbiamo investire qualche decina o qualche centinaia di migliaia di euro dei nostri sudati risparmi.
La scelta è tua! Come sempre, se hai qualche dubbio o non sai bene quale sia lo strumento d’investimento migliore per raggiungere i tuoi obiettivi, l’ideale è appoggiarsi ai professionisti e professioniste di questo settore.
Sappi che tutto quello che ti sto raccontando deriva dall’esperienza diretta che abbiamo all’interno di Investitore Strategico, dove analizziamo continuamente ETF azionari ed ETF obbligazionari prima di inserirli all’interno delle nostre asset allocation o delle short list tematiche.
È un lavoro sporco, richiede del tempo, ma qualcuno deve pur farlo no?
Strategia e tattica con gli ETF azionari
Dopo aver parlato a lungo della differenza tra ETF azionari ed ETF obbligazionari, cerchiamo prima di tutto di identificare la differenza tra strategia e tattica quando si investono i propri soldi.
Qui vale la pensa ribadire ancora una volta un concetto basilare, ovvero che a monte di tutto il tuo percorso di investimento devi sempre definire una strategia, cioè una serie di regole metodologiche che ti devono portare al raggiungimento del tuo obiettivo.
Fatto ciò, all’interno della tua strategia generale potrai ogni tanto utilizzare alcuni accorgimenti tattici per gestire un contesto dei mercati finanziari che cambia nel tempo e non è prevedibile per definizione.
Facciamo un esempio concreto: come strategia generale potresti decidere di impostare la costruzione di un Piano di Accumulo del Capitale, perché ritieni che ciò rappresenti la migliore soluzione per le tue esigenze e i tuoi obiettivi.
Poi, a livello tattico, si presenta una fase di mercato in cui c’è un forte ribasso degli indici azionari e allora tu decidi di raddoppiare il capitale investito durante quel periodo particolare, per poi tornare alla normalità una volta passato lo storno. Ecco, questa è una mossa tattica che cerca di sfruttare un evento che non potevi prevedere in anticipo.
Strategia e tattica lavorano quindi a stretto contatto per cercare di massimizzare l’attività di investimento.
Scendendo ora nel dettaglio, con gli ETF azionari è possibile adottare, in linea generale, tre strategie d’azione: una strategia passiva, una strategia attiva e una strategia “mista”, chiamata anche “Core-Satellite”. Vediamole di seguito:
- La strategia passiva: anche nota come “Buy and Hold”, questa strategia prevede che gli investimenti, fatti in modo consapevole e lungimirante, vengano toccati il meno possibile nel corso del tempo e attraverso le varie oscillazioni del mercato. Nel settore degli ETF, la tattica passiva è quella più apprezzata dagli investitori con obiettivi a lungo termine e non intenzionati a compiere azioni costanti e “azzardate”.
- La strategia attiva: più dinamica e fluida, questa strategia è adottata dagli investitori che non puntano a profitti sviluppati sul lungo periodo, ma che desiderano cavalcare i trend del mercato, sfruttando il trading di breve periodo.
- La strategia “mista” o Core-Satellite: da molti esperti considerata una delle strategie più intelligenti, in quanto coniuga entrambe le esigenze sopra esposte. La strategia mista prevede che l’investitore abbia nel suo portafoglio una quota prevalente di investimenti “Buy and Hold” e una minoritaria di ETF che consentono incursioni attive e dinamiche per sfruttare gli andamenti del mercato.
Se vuoi approfondire ulteriormente la differenza tra strategia attiva e strategia passiva ti consiglio la lettura di questo articolo che ne parla in modo completo.
Quali sono i rischi nell’investimento in ETF?
Bene, siamo ora arrivati alla prima delle tre domande cruciali contenute in questo articolo: “Quali sono i rischi degli ETF?”
Per rispondere a questa domanda, se me lo permetti, ti vorrei proporre un ragionamento contro-intuitivo, ma molto efficace.
Segnati questa frase: con gli ETF ci sono rischi oggettivi e rischi soggettivi, il tuo compito è gestire quelli oggettivi e ridurre al minimo o eliminare del tutto quelli soggettivi.
Lascia che mi spieghi meglio.
Se parliamo dei rischi oggettivi, questi sono i più comuni e classici che tutti si aspettano di vedere: volatilità, fluttuazioni, cambi nelle politiche macro-economiche, cambi nelle politiche monetarie o eventi geo-politici.
Qui la soluzione migliore, una volta impostato il proprio profilo di rischio (che per definizione è diverso per ognuno di noi), è trovare il corretto livello di diversificazione che porti ad una determinata volatilità massima assunta.
Se faccio bene i compiti a casa e imposto prima di partire la massima oscillazione del mio portafoglio, mi evito sorprese impreviste.
Poi ci sono i rischi soggettivi, ovvero quelli più insidiosi e fastidiosi, perché hanno a che fare con la percezione che abbiamo dei mercati e con le nostre emozioni.
La parte emotiva rimane sempre la più difficile da gestire, perché ci può remare contro, soprattutto nei momenti di maggiore tensione o euforia.
Se ci facciamo prendere dall’emotività e, sulla base di questa, prendiamo delle decisioni di investimento, ci stiamo assumendo una marea di rischi soggettivi, la cui base è spesso appoggiata sulla non piena conoscenza del funzionamento dei mercati finanziari.
Infatti, questa tipologia di “rischi” sono presto stemperati e rimessi in prospettiva dalla giusta conoscenza dello strumento d’investimento che si utilizza.
Se ci si informa adeguatamente, utilizzando per esempio piattaforme come Investitore Strategico, si richiedono i consigli di esperti del settore e si usano gli ETF nel modo più lungimirante e corretto, i risultati non tarderanno ad arrivare.
Attraverso la crescita del livello di educazione finanziaria, diventa subito evidente che la volatilità e le fluttuazioni sono componenti perfettamente gestibili e che fanno parte del sistema, mentre le variabili da tenere sotto controllo sono quelle di carattere emotivo.
Allo stesso modo, ad esempio, se ancora non hai la giusta dimestichezza dello strumento o preferisci considerare gli ETF un modo per effettuare investimenti passivi e diversificati sul lungo termine, senza esporti a complicate operazioni, potresti percepire gli ETF sintetici, dove il fondo non compra le azioni del mercato di riferimento, ma attua un contratto swap (derivato) con una controparte emittente, o gli ETF a leva (cioè dove ti esponi per più capitale di quello investito) come strumenti estremamente “rischiosi”, quando in realtà presuppongono semplicemente una conoscenza elevata dello strumento e un mindset capace di gestire eventuali situazioni avverse.
Sicuramente, a livello oggettivo, incorporano più rischio rispetto agli ETF obbligazionari o a ETF azionari “plain vanilla” (ovvero senza derivati o leve), ma , come dicevamo, la cosa importante è saper distinguere tra rischi oggettivi e rischi soggettivi!
I veri rischi degli investimenti in ETF sono gli investitori stessi
La grandissima popolarità che gli ETF hanno acquisito negli ultimi anni ha contribuito a rendere di dominio pubblico questo strumento d’investimento.
Di conseguenza, tantissime persone, spesso prive di competenze e mal consigliate da fantomatici “influencer” finanziari, si sono lanciate nel mondo degli ETF pensando di ottenere guadagni sicuri.
Calma e gesso e cerchiamo di fare un po’ di ordine, perché capisci bene che qui non si può fare di tutta un’erba un fascio.
Gli ETF possono svolgere funzioni diverse, a seconda del motivo per cui li sto utilizzando. La vera differenza la fa quindi lo scopo per cui li vado ad inserire all’interno del mio portafoglio.
Seguendo questo ragionamento, potrei ritrovarmi con un portafoglio di ETF obbligazionari decisamente più rischioso di un portafoglio costruito completamente da ETF azionari… se non so cosa sto facendo.
Ecco quindi, come dicevamo, che il vero problema risiede nel fatto che molti fanno un uso “scorretto” di questo strumento, per mancanza di conoscenze, mentre altri si sono lasciati prendere dalla cosiddetta “sindrome dello shopping” e acquistano ETF in modo sconclusionato, randomico e poco strategico.
Quindi, il vero grande nemico degli investimenti tramite ETF sono in realtà gli investitori stessi, che usano senza lungimiranza uno strumento molto valido e si rifiutano di imparare davvero a investire nel modo corretto, applicando strategia e metodologia adeguati ai propri obiettivi.
Conviene ancora investire in ETF?
Ed eccoci alla seconda grande domanda di molti investitori.
Se sei arrivato a leggere fin qui ormai avrai capito che, salvo alcuni casi particolari, non esistono strumenti validi e strumenti non validi.
Tutto dipende dallo scopo per cui li vuoi utilizzare.
A nostro avviso, gli ETF mantengono ancora intatte le caratteristiche che li rendono uno strumento d’investimento assai vantaggioso.
Questo è vero perchè, in buona sostanza, garantiscono:
- Accessibilità: puoi investire in ETF anche senza avere grandi capitali a disposizione.
- Diversificazione, acquistando gli ETF più affidabili e di valore.
- Semplicità di acquisto, vendita e gestione.
- Bassi costi: soprattutto per quanto riguarda le strategie passive d’investimento. I costi di gestione superano raramente lo 0,5%.
- Maggiori tutele: gli ETF sono separati dalle società o dagli enti che li emettono, quindi non spartiscono lo stesso destino delle varie società nel caso queste falliscano. La cosa “peggiore” che può succedere a un ETF è essere chiuso, ma anche in questo caso difficilmente perderai i tuoi soldi, perché verranno liquidati o avverrà una fusione.
- Lungimiranza: gli ETF azionari sono strumenti d’investimento che si sposano particolarmente bene con gli obiettivi di chi non vuole speculare, ma fare ragionamenti sul lungo periodo.
Se hai a disposizione un po’ di capitale da investire, vuoi informarti bene sul mondo degli ETF e hai un’attitudine positiva, strategica e ricettiva a tutte quelle che sono le informazioni più importanti nel settore degli investimenti, non c’è alcuna ragione per cui tu non debba investire in ETF nell’arco del 2022.
Ti dirò di più, fino a quando non verrà creato uno strumento ancora più efficiente, gli ETF dovrebbero rappresentare la quota prevalente di tutti i progetti di investimento impostati per i grandi obiettivi di lungo periodo.
Imparare ad utilizzarli rappresenta quindi un bagaglio di conoscenze che può diventare estremamente remunerativo nel corso del tempo.
Quanto tempo serve per imparare a investire in ETF azionari?
Ecco, anche questa è un’ottima domanda.
E quando ci si pone delle buone domande mediamente si ottengono delle risposte adeguate.
Anche qui distinguiamo chi deve acquisire competenze professionali, da chi ha bisogno di competenze utili a prendere alcune decisioni di investimento.
A meno che tu non voglia intraprendere il percorso per diventare consulente finanziario, puoi tranquillamente acquisire diversi concetti e nozioni tecniche sul funzionamento degli ETF, per poi delegare ad un soggetto terzo il supporto per l’attività di selezione e analisi.
Se non altro perché si tratta di un’attività che richiede tanto, tanto tempo e non a caso viene svolta in modo professionale da alcuni soggetti specifici.
Vale però sempre la regola di investire in ciò che si conosce, perciò quando si tratta di approcciarsi a un nuovo strumento di investimento, come nel caso degli ETF, il nostro consiglio è sempre quello di concedersi del tempo per informarsi sul tema, risolvere eventuali dubbi e approfondire tutte le eventuali possibilità per orientarsi sulla strategia migliore per il raggiungimento dei tuoi obiettivi.
Non avere mai fretta di investire, quando in ballo ci sono i tuoi soldi, e non farti condizionare dal parere di “influencer” o tramiti poco affidabili e magari in conflitto di interesse . Prenditi qualche settimana di tempo per avvicinarti a questo mondo leggendo i migliori testi sul tema o studiando gli articoli delle principali fonti di settore, come Il Sole 24 Ore, Bloomberg o The Wall Street Journal.
All’interno di Investitore Strategico abbiamo costruito un percorso che svolge proprio questa funzione, ovvero permette di acquisire tutte le competenze che servono per districarsi tra gli strumenti finanziari, impostare la propria strategia, scegliere la banca/piattaforma di investimento migliore, selezionare i migliori ETF azionari o obbligazionari e gestire in autonomia i propri soldi.
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