Cosa sono gli ETF e come funzionano

Parlando di investimenti a basso costo e facili da gestire avrai spesso sentito nominare gli ETF che, soprattutto negli ultimi anni, hanno visto crescere la loro popolarità. Ma questi strumenti sono davvero così alla portata di tutti?

Sicuramente gli ETF hanno notevoli vantaggi, tuttavia, come tutti gli strumenti finanziari, vanno attentamente valutati.

Siamo qui proprio per capire insieme cosa sono gli ETF e come funzionano con l’obiettivo di darti tutte le informazioni più importanti.

In questo articolo vedremo insieme:

  • Cosa sono gli ETF e come funzionano
  • La differenza negli stili di gestione tra la gestione attiva e la gestione passiva
  • Le principali motivazioni per cui conviene investire in ETF
  • La differenza tra ETF ad accumulo e ETF a distribuzione
  • Le varie tipologie di ETF presenti sui mercati
  • Come investire in ETF
  • Pro e contro di questo strumento finanziario
  • Quanto rendono

Partiamo quindi dall’inizio.

Cosa sono gli ETF

ETF è un acronimo che sta per “Exchange Traded Funds”, ovvero fondi indicizzati e quotati che replicano l’andamento degli indici azionari, obbligazionari o di materie prime, ma negoziati esattamente come se fossero delle azioni.

Semplificando si può dire che gli ETF consentono di investire in un segmento di mercato tramite un unico strumento, quindi non attraverso singoli titoli azionari o obbligazionari.

Ad oggi, nel nostro Paese, gli ETF vengono scambiati sul mercato regolamentato ETFPlus, gestito da Borsa Italiana, e questa loro caratteristica distintiva di essere negoziabili liberamente sul mercato come se fossero delle azioni è ciò che li differenzia dai loro “cugini” fondi comuni di investimento.

Come funzionano gli ETF

Come dicevamo, gli ETF sono fondi passivi che seguono fedelmente gli indici di riferimento o benchmark, come ad esempio lo Standard & Poor’s 500, il FTSE 100 o il FTSE Mib.

Se te lo stai chiedendo, un indice o benchmark è un insieme di titoli, raggruppati per categoria, settore o segmento.

Un indice è, di fatto, la base di riferimento a cui si rifanno la quasi totalità degli strumenti finanziari in circolazione, per scegliere dove allocare i capitali da investire.

Seguendo questo ragionamento logico, capire come funzionano gli ETF è molto semplice.

Puoi pensare ad esempio a un ETF sull’indice italiano FTSE Mib (indice, quindi insieme, delle principali aziende italiane quotate a maggiore capitalizzazione). Questo ETF sarà composto da frazioni di azioni di società che si trovano all’interno di questo indice.

Il gestore, dunque, acquista quote degli indici di riferimento in quantità proporzionali rispetto alle risorse disponibili e a come sono distribuiti nel benchmark, controlla che i prodotti all’interno del fondo siano correttamente bilanciati e monitora le variazioni che possono avere conseguenze sull’ETF.

E, seppur nella maggioranza dei casi gli ETF adottano uno stile di gestione “passivo” dell’indice, ciò non è sempre vero, soprattutto se ci spostiamo nel campo dei fondi comuni di investimento, i quali spesso adottano invece uno stile di gestione “attivo”.

ETF a gestione passiva vs Fondi a gestione attiva

Abbiamo detto che gli ETF sono fondi a gestione passiva, ma cosa li differenzia dai fondi a gestione attiva?

Come descritto ampiamente e dettagliatamente nell’articolo su come scegliere la strategia di investimento, in una gestione attiva il gestore del fondo si impegna ad adottare una strategia di investimento che porti un profitto superiore al suo benchmark di riferimento, con un’ampia discrezionalità nel vendere e acquistare titoli per generare rendimento.

Il fornitore di un fondo passivo, invece, si attiene precisamente all’andamento di un indice di mercato. In questo modo, in ogni momento tu sai esattamente in cosa stai investendo perché conosci la composizione dell’indice sottostante.

Proprio per questa relativa facilità di gestione, il fornitore di un ETF a gestione passiva incassa commissioni piuttosto basse.

Il tema dei costi negli investimenti è un fattore estremamente rilevante, in quanto vanno assolutamente minimizzati se si vuole evitare si perdere importanti fette di rendimento acquisito, come spiegato meglio nell’articolo che parla delle commissioni sui fondi comuni di investimento.

Riprenderemo questo discorso più avanti, ma nel frattempo tieni a mente che costi e rischio sono le due variabili in tuo controllo e su cui devi necessariamente prendere delle decisioni rilevanti di investimento se vuoi ottenere dei risultati interessanti dal tuo capitale.

Perché investire in ETF

Oltre ad essere meno costosi rispetto ad altri strumenti finanziari, gli ETF hanno altri vantaggi:

  • Sono quotati in Borsa con tutte le garanzie di un mercato regolamentato;
  • Sono flessibili: è possibile acquistarli e venderli in qualsiasi momento durante gli orari di negoziazione e questo ti permette anche di poter contare sulla rapidità nel recuperare la tua liquidità perché non dovrai aspettare i tempi di un fondo di investimento per poter vendere gli ETF e avere di nuovo in mano il denaro;
  • Investire in ETF ti permette di diversificare il portafoglio in modo relativamente semplice: non occorre acquistare tanti e diversi titoli ma si può diversificare già con un solo fondo, in modo da ridurre molto il rischio generale del tuo investimento.

Tenere conto di questi aspetti può aiutarti a comprendere perché investire in ETF può essere la scelta giusta per te, se non hai molta esperienza, ma anche se cerchi soluzioni trasparenti e diversificate.

Ma prima di selezionare il miglior ETF per le tue esigenze devi decidere se lo vuoi ad accumulo o a distribuzione dei proventi.

ETF ad accumulazione vs ETF a distribuzione

Se ti è capitato di leggere qualcosa a proposito di ETF avrai notato che i nomi dei singoli fondi sono spesso seguiti da due sigle: (Acc) oppure (Dist), la prima fa riferimento agli ETF ad accumulazione e la seconda agli ETF a distribuzione.

Ma che differenza c’è tra ETF ad accumulazione e ETF a distribuzione?

Se possiedi un ETF a distribuzione i dividendi ti saranno pagati direttamente sul tuo conto e potrai reinvestirli immediatamente nella maniera che ti è più congeniale oppure spenderli per fare quella vacanza che aspetti di concederti da tanto.

Con gli ETF ad accumulazione, invece, i dividendi vengono automaticamente reinvestiti nel capitale, quindi vanno ad aumentare il valore totale delle quote dell’ETF che possiedi.

Perciò, mentre con gli ETF a distribuzione potrai ricevere regolarmente i proventi (dividendi e cedole) che vengono distribuiti a frequenze diverse a seconda delle caratteristiche dello strumento, con gli ETF ad accumulazione avrai meno disponibilità di liquidità nell’immediato, ma maggiore capitale investito in futuro.

Per valutare se ti conviene investire in ETF ad accumulazione o ETF a distribuzione devi innanzitutto tenere conto della tipologia di investimento che vuoi fare: se pensi a una rendita più o meno regolare, meglio optare per un ETF a distribuzione, se invece vuoi un investimento sul lungo periodo, meglio scegliere gli ETF ad accumulazione.

Non dimenticare che, ogni volta che incassi i dividendi, questi vengono tassati: anche questo aspetto è fondamentale per una corretta valutazione dell’investimento più opportuno.

Tipologie di ETF (azionari, obbligazionari, settoriali)

Ora che abbiamo chiarito, in generale, cosa sono e come funzionano gli ETF, andiamo a vedere quali e quante tipologie di ETF esistono.

Innanzitutto ti servirà sapere che esistono ETF azionari ed ETF obbligazionari.

Esistono poi gli strumenti che investono sulle materie prime, come metalli preziosi, commodities energetiche, prodotti agricoli. In questo caso si chiamano ETC, in cui la “C” dell’acronimo sta appunto per commodities.

Rispetto agli ETF, gli ETC hanno alcune caratteristiche differenti, per cui non devono essere trattati alla stessa maniera quando vengono inseriti all’interno del proprio portafoglio di investimento.

Ma tornando alla descrizione delle tipologie di ETF, possono anche essere settoriali, ossia investire in un determinato ambito economico: tecnologico, bancario, sanitario etc.

Qui esistono diverse tipologie di ETF che, spesso, combinano anche una segmentazione geografica, rappresentando specifiche realtà di un Paese o un continente.

Un ETF settoriale è composto da indici che comprendono società attive in un determinato segmento di mercato, dunque l’andamento del fondo potrà cambiare in base al modo in cui le società appartenenti a una specifica categoria e/o area geografica affrontano le sfide o colgono le opportunità del loro mercato di riferimento.

Il processo di selezione e aggregazione di ETF diversi all’interno di un portafoglio si chiama asset allocation ed è l’attività più importante per definire se otterrai profitti o subirai perdite dal tuo investimento.

Pro e contro degli ETF

Abbiamo già visto che gli ETF hanno numerosi vantaggi: flessibilità, bassi costi, trasparenza.

In base alle loro caratteristiche ti consentono di mantenere sempre sotto controllo il tuo profilo di rischio e, non avendo scadenza, puoi utilizzare questi strumenti per modulare, in funzione dei tuoi obiettivi, la durata del tuo investimento.

Inoltre, gli ETF sono decisamente più accessibili rispetto ad altri strumenti finanziari e il loro patrimonio è per legge di esclusiva proprietà dei possessori delle quote del fondo. Questo aspetto ti mette al riparo dal rischio di insolvenza della società che fornisce e gestisce il fondo stesso.

Questo non significa, però, che tu sia completamente al riparo da qualsiasi rischio. Stiamo comunque parlando di strumenti finanziari che, come gli altri, devono essere gestiti con cura, dato che si portano dietro una determinata quota di rischio, più o meno rilevante in base alla tipologia e a dove investe il benchmark di riferimento.

Del resto strumenti finanziari privi di rischio non esistono e un investitore strategico e preparato sa che il punto non è azzerare il rischio, ma “incastrarlo” dentro quel livello che rimane sopportabile e al contempo permetta di ottenere il giusto risultato.

Inoltre gli ETF, al pari dei fondi comuni di investimento, non sono efficienti dal punto di vista fiscale, nel senso che non permettono di compensare le minusvalenze con le plusvalenze.

Se quindi genero una plusvalenza dalla vendita di un ETF, non potrò utilizzarla per ridurre l’eventuale zainetto di minusvalenze precedentemente accumulato con perdite pregresse.

Come investire in ETF

Gli ETF sono negoziati, come abbiamo visto, sul mercato regolamentato di Borsa Italiana accessibile a tutti gli operatori autorizzati.

Per investire in ETF, dunque, puoi rivolgerti a un broker, a una banca oppure a un consulente finanziario.

Tecnicamente per acquistare un ETF è necessario attivare un deposito titoli presso un broker o una piattaforma di negoziazione.

Ad ogni ETF è associato un codice ISIN (come se fosse il suo codice fiscale che lo rende unico e riconoscibile) e un ticker di scambio che lo caratterizza.

Il costo di acquisto di un ETF varia in base al broker o alla piattaforma, motivo per cui è importante compararle e verificare che non ci siano costi eccessivi, come abbiamo fatto all’interno di Investitore Strategico con un’analisi indipendente delle migliori in circolazione.

Alcuni ETF rappresentano investimenti più complessi di altri e, quindi, sono adatti a investitori più esperti per cui, prima di poterli acquistare, potrebbe essere richiesto di leggere in modo approfondito la scheda informativa del prodotto.

Per fare un elenco esaustivo e capire come investire in ETF bisogna quindi tenere in considerazione i seguenti elementi:

  • la tipologia di ETF (azionari, obbligazionari, materie prime etc);
  • il benchmark a cui si riferisce l’ETF e la sua capacità di replicarlo correttamente;
  • il costo di gestione e le eventuali commissioni accessorie;
  • la valuta di riferimento per decidere se vuoi coprirti sul cambio: per la copertura si pagano commissioni aggiuntive;
  • lo spread acquisto/vendita, ossia la differenza percentuale tra il prezzo di acquisto, generalmente più alto, e quello di vendita (di solito tra lo 0,2% e lo 0,5%).

Noi ti consigliamo sempre di leggere tutte le informazioni che ti vengono messe a disposizione e di affidarti a un consulente finanziario esperto per dissipare tutti i tuoi eventuali dubbi e sentirti maggiormente al sicuro nel fare il tuo investimento.

Quanto rendono gli ETF?

Non c’è una risposta univoca a questa domanda perché, come tutti gli strumenti finanziari, anche questi fondi passivi dipendono dall’andamento del mercato su cui investono.

La domanda corretta dovrebbe quindi essere: qual è il rendimento medio che storicamente hanno maturato i mercati finanziari sui diversi profili di rischio?

Come vedi, porsi la giusta domanda aiuta a trovare le risposte che cerchiamo.

In questo caso specifico, se riesci ad allineare le tue aspettative a ciò che realmente puoi ottenere sui mercati (in base al tuo profilo di rischio), riduci notevolmente le oscillazioni emotive tipiche di chi investe soldi e puoi migliorare sensibilmente la probabilità di ottenere risultati profittevoli.

A portare i rendimenti non sono quindi gli ETF, ma i mercati, o meglio, i settori, segmenti e geografie su cui si sceglie di investire.

Come investitore hai sicuramente la responsabilità di selezionare i migliori ETF per replicare quel determinato mercato, abbattendo i costi per recuperare quasi completamente questo rendimento.

Non dimenticare infatti che i proventi periodici generati dal fondo vanno calcolati al netto dei costi di gestione e di tutte le commissioni e oneri che vengono applicati, comprese le tasse sui dividendi distribuiti.

Investire in ETF conviene?

In conclusione ti consigliamo di prendere in considerazione gli ETF qualora tu stia cercando una tipologia di investimento diversificato, a basso costo e con rendimento sul medio-lungo periodo.

Investire in ETF conviene sicuramente se sei un investitore consapevole e vuoi differenziare il tuo portafoglio con diverse tipologie di asset.

Naturalmente è necessario approfondire le proprie conoscenze prima di effettuare le proprie scelte di investimento.

Se vuoi continuare questo percorso ti consiglio di approfondire l’articolo che spiega come imparare ad investire in ETF azionari.

Buona lettura!

Commenti
    LEGGI altri 9 COMMENTI
    AvatarUser default avatar
    26/4/2024
    Articoli correlati
    • Article image
      28/7/2023Matteo B.Investimenti Azionari
      IS Podcast Ep.34: Pubblicate trimestrali con ricavi e utili in doppia cifra
      Pubblicate le trimestrali delle società quotate, con ricavi e utili che crescono in doppia cifra. Conviene invest...
      Leggi
    • Article image
      9/6/2023Matteo B.Etf
      IS Podcast Ep.28: Quanto rendono gli ETF?
      Gli ETF possono rendere oltre il 100% se usati correttamente. In questa puntata del podcast spiego come fare per ...
      Leggi
    • Article image
      22/4/2022Matteo B.Etf
      Come imparare a investire in ETF azionari
      Abbiamo parlato di che cosa sono gli ETF e come orientarsi tra i migliori a disposizione: è arrivato il momento d...
      Leggi
    • Article image
      18/3/2022Matteo B.Etf
      Breve guida su come scegliere i migliori ETF
      Con ogni probabilità, hai già sentito parlare degli ETF e stai anche pensando di usarli come strumenti d’investim...
      Leggi
    Scroll top