Polizze vita a gestione separata: cosa sono e come funzionano

Se ti stai interessando al tema degli investimenti assicurativi o stai pensando di acquistare questo tipo di strumento con l’obiettivo di tutelare il tuo patrimonio a fronte di una volatilità ridotta, è molto probabile che tu abbia sentito parlare delle polizze a Gestione Separata.

In questo articolo troverai tutte le informazioni necessarie e concrete per comprendere il funzionamento di questa tipologia di polizza, come vengono gestiti i tuoi soldi all’interno della Gestione Separata, che tipo di diversificazione comporta e che rendimenti è possibile ottenere con questo tipo di strumento. 

Iniziamo!

Cosa sono le polizze a Gestione Separata

Per capire al meglio che cosa sono le polizze a Gestione Separata, è utile partire dal “ramo”, cioè l’appartenenza a una medesima categoria di rischio, a cui appartengono. 

La Gestione Separata ricade innanzitutto nel Ramo Vita (ben distinto dal Ramo Danni), più nello specifico nel Ramo I, che indica le polizze sulla durata della vita umana. Per completezza, ecco quali sono i rami che ricadono nella categoria Vita: 

  • Ramo I: polizze sulla durata della vita umana
  • Ramo II: nuzialità e natalità (praticamente in disuso)
  • Ramo III: assicurazioni finanziarie (Unit Linked, Index Linked)
  • Ramo IV: malattia e non autosufficienza (LTC)
  • Ramo V: polizze di capitalizzazione e liquidazione di un capitale a scadenza
  • Ramo VI: gestione di fondi collettivi (Fondi Pensione)

Importante, poi, è capire in che modo le polizze “caso vita” si distinguono da quelle “caso morte”

I beneficiari di queste ultime hanno diritto a un capitale o a una rendita nel caso l’intestatario morisse, mentre le prime non si occupano più unicamente di assicurare una rendita connessa a un particolare evento, ma rappresentano di per sé degli investimenti.

Le polizze a Gestione Separata, che un tempo erano l’unica strada percorribile da chi aveva intenzione di fare un investimento assicurativo, nacquero con l’obiettivo di salvaguardare nel tempo il capitale degli investitori e di rivalutarlo , grazie a un rendimento minimo costante garantito. 

Poi le cose sono cambiate e, come ti spiego tra poco, ora non sono più presenti alcuni degli incentivi del passato.Per capire quali elementi sono cambiati è necessario entrare nel merito delle caratteristiche dello strumento, così che tu possa avere tutte le informazioni utili per decidere se conviene investire in assicurazioni oppure no.

Come vengono gestite le polizze a Gestione Separata

Fatta un po’ di chiarezza sugli argomenti di cui sopra, entriamo nel merito della gestione di queste polizze, spiegando perché vengono chiamate a “Gestione Separata”.

È molto semplice e intuitivo: in questa tipologia di polizze una parte dei premi versati dall’intestatario viene non solo “separata” dai soldi che fungono da copertura, ma viene anche scollegata dal capitale della compagnia assicurativa stessa. 

Perché? Perché solo in questo modo è possibile assicurare agli investitori che il loro capitale non parteciperà al rischio di eventuali perdite. In buona sostanza, le somme versate da chi accende una polizza a Gestione Separata non fanno parte del patrimonio della compagnia assicurativa e sono protette dall’eventuale fallimento della stessa.  

E cosa avviene a questa parte dei premi assicurativi che viene separata? È soggetta a investimenti

L’IVASS, cioè l’Organo di Vigilanza del Settore Assicurativo, esige che questi capitali appartenenti alla Gestione Separata vengano investiti solo ed esclusivamente in titoli che: 

  • siano a rischio limitato; 
  • garantiscano la sicurezza del patrimonio; 
  • garantiscano redditività agli intestatari. 

I titoli che rispecchiano maggiormente questi requisiti di sicurezza e redditività sono, in prevalenza, i titoli di stato. Quindi, possiamo dire che l’investimento effettuato dalle polizze a Gestione Separata è, per lo più, di tipo obbligazionario

Già questo elemento è un forte indicatore di cosa è possibile aspettarsi in termini di performance e risultati ottenibili e quali sono i profili a cui è più adatto questo strumento finanziario.

Oltre a queste caratteristiche è utile ricordare che esistono dei vantaggi di natura fiscale nell’utilizzo delle polizze a gestione separata, come ad esempio:

  • l’impignorabilità; 
  • l’insequestrabilità; 
  • l’esenzione dall’imposta di successione; 
  • l’esclusione dall’asse ereditario; 
  • la detraibilità al 19% dei premi versati; 
  • l’esonero dal pagamento dell’imposta di bollo. 

La parte fiscale non dovrebbe quasi mai essere l’elemento principale per le mie scelte di investimento, ma è chiaro che avere alcuni di questi vantaggi può far pendere l’ago della bilancia da questa parte, nel caso in cui esistano due opzioni simili.

Ma cerchiamo di approfondire ulteriormente il motivo per cui le polizze a gestione separata hanno la conformazione appena descritta e quali effetti questo genera nella gestione del tuo capitale.

Diversificazione delle polizze a Gestione Separata

La diversificazione non è il cavallo di battaglia delle polizze assicurative a Gestione Separata, non certo però per “difetto” dello strumento stesso, ma più che altro per la sua stessa conformazione. 

Come dicevamo, gli investimenti svolti dalle Gestioni Separate riguardano quasi esclusivamente titoli di stato, con l’obiettivo, come stabilito dall’IVASS, di offrire stabilità ai capitali degli intestatari e di proteggere il più possibile i patrimoni dalle oscillazioni e dalla volatilità dei mercati finanziari. 

Il “goal” principale delle polizze a Gestione Separata non è garantire rendimenti interessanti a fronte dell’assunzione da parte dell’investitore di un maggiore rischio (questo scenario riguarda tutt’altro tipo di strumenti e prodotti), supportato anche da una diversificazione strategica degli investimenti, ma puntare alla sicurezza finanziaria, offrendo rendimenti ridotti, ma costanti e stabili. 

Forse può sembrare un aspetto secondario, ma ti garantisco che soprattutto per chi ha esigenze di stabilità o una bassa capacità di reggere i movimenti e le oscillazioni dei mercati, avere uno strumento in grado di essere generalmente costante nel tempo è sicuramente un valore aggiunto rilevante.

Naturalmente in finanza non ci sono pasti gratis, per cui a fronte della maggiore stabilità e sicurezza (profilo di rischio più basso) è necessario accettare un rendimento atteso più contenuto.

È molto importante che tu assimili questo concetto, in modo da riuscire a collocare le polizze a Gestione Separata nella giusta categoria di strumenti per la gestione e rivalutazione del tuo patrimonio. 

La parte di protezione è l’aspetto prevalente che caratterizza questo strumento finanziario, perciò è con questo spirito che deve essere utilizzata se desideri aggiungerla al tuo portafoglio personale. 

Ricordati sempre che l’obiettivo finale di un investimento non è mai il rendimento. 

Il rendimento è solo il mezzo con cui ottieni il tuo obiettivo.

Detto ciò, conoscere qual è il rendimento atteso o prospettico di un determinato strumento finanziario ti aiuta a comprendere se è adatto ad essere incluso nei tuoi piani finanziari.

Rendimento delle polizze vita a Gestione Separata

Per avere una panoramica chiara e trasparente sugli effettivi rendimenti delle polizze vita a Gestione Separata, è importantissimo (come sempre) affidarsi ai numeri e dati concreti.

Stando ai dati dell’ultimo rapporto dell’Organo di Vigilanza del Settore Assicurativo, il tasso di rendimento medio delle polizze a Gestione Separata è passato dal 3,2% del 2016 a un 2,6% nel 2020: questo ovviamente al lordo delle commissioni corrisposte dagli intestatari.  

E quando parliamo di costi, facciamo riferimento a: 

  • costi di caricamento (per sottoscrivere la polizza, che possono andare dall’1% al 3% massimo per le polizze Ramo I, fino a raggiungere anche l’8% per chi fa versamenti ricorrenti a valere su polizze di Ramo I);
  • costi di gestione (in media il rendimento annuo sostiene delle trattenute dell’1-1,80%);
  • costi di uscita (non è possibile “disattivare” una polizza a Gestione Separata in qualsiasi momento e riscuotere il proprio capitale: ci sono delle penali da pagare). 

Non sempre sono presenti tutti questi costi, motivo per cui vanno verificati nell’apposito prospetto informativo che la banca o il relativo referente è obbligato a mostrarti, prima della sottoscrizione.

In ogni caso, se fossi al tuo posto, nel caso in cui volessi esplorare la possibilità di utilizzare una polizza a gestione separata per allocare una quota del tuo patrimonio, andrei subito a leggere il prospetto per verificare questi aspetti.

Quindi, tornando al tema dei rendimenti, di norma al tasso lordo annuo va decurtata la commissione trattenuta che, in media abbiamo visto che si trova tra l’1% e l’1,8%.

Ecco, con questi elementi a disposizione, facciamo ora un piccolo ragionamento insieme.

Dato che la parte prevalente dei premi versati in una polizza a gestione separata verrà utilizzato per acquistare obbligazioni, se i tassi di interesse scendono, i rendimenti tenderanno a loro volta a diminuire nel tempo e viceversa. 

In questo senso, prima di sottoscrivere una polizza a Gestione Separata è davvero fondamentale assicurarsi di avere ben chiari gli effettivi tassi di rendimento del prodotto, uno storico degli stessi e tutti i costi di gestione dello strumento stesso. 

Ricordati che tutti questi elementi sono consultabili sui documenti informativi ufficiali.

Attenzione: questo consiglio non riguarda solo questa tipologia di polizze, ma… tutti gli strumenti d’investimento in generale! 

Ora, giustamente, ti starai chiedendo se le polizze assicurative a Gestione Separata sono un buon prodotto da integrare nel proprio portafoglio e se possono fare al caso tuo.

Effettivamente ci sono alcune considerazioni aggiuntive da fare al riguardo e per approfondire questo argomento ti consiglio la lettura dell’articolo dedicato: Cosa sono le Gestioni Separate delle Polizze Vita: conviene investire?

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