Cos’è un Fondo Pensione Negoziale Chiuso (FPN) e come funziona

In Italia la maggior parte delle persone è abituata all’idea della pensione pubblica come unica fonte di sostentamento per una vecchiaia serena. 

Con l’aumento dell’aspettativa di vita e la costante diminuzione del tasso di sostituzione, ovvero il rapporto tra pensione pubblica e l’ultimo reddito da lavoro, siamo sicuri che questa certezza esista ancora?

Pianificare la nostra pensione oggi, attraverso per esempio la scelta del miglior fondo pensione, è un ottimo modo per evitare spiacevoli sorprese e per godere in futuro di una buona indipendenza e serenità economica.

In questo articolo approfondiremo il tema dei fondi pensione negoziali, chiamati anche “chiusi”, capiremo la differenza tra questi e i fondi pensione aperti e proveremo a capire se questo tipo di fondo fa al caso tuo.

Iniziamo! 

Che cosa si intende per fondi pensione chiusi

I fondi pensione negoziali o chiusi sono fondi accessibili solo a determinate categorie di lavoratori, in quanto hanno origine da contratti o accordi stipulati tra le parti sociali.

Ad esempio, se sei un medico, un farmacista o un infermiere potresti aderire al FondoSanità; se lavori nel settore terziario hai la possibilità di aderire al Fondo Fon.Te., e così via. 

All’interno dei fondi pensione si può versare o solo il TFR o il TFR più un ammontare aggiuntivo chiamato “contributo volontario”

Infatti, solo nel caso del fondo pensione negoziale il lavoratore che versa il proprio contributo volontario ottiene anche un contributo da parte del proprio datore di lavoro, compreso tra l’1 e il 2% in base agli accordi collettivi. 

Caratteristiche dei fondi pensione chiusi

Oltre al vantaggio del contributo datoriale è importante sapere che i fondi pensione negoziali sono la forma di previdenza integrativa meno costosa

I fondi pensione aperti infatti, a differenza di quelli chiusi, non hanno origine da accordi tra le parti sociali, ma nascono dall’iniziativa unilaterale di banche assicurazioni e SGR (Società di Gestione del Risparmio). 

Tutti possono aderire a un fondo aperto, in forma individuale o collettiva, ma a differenza dei fondi pensione chiusi non è presente il contributo datoriale, anche se si versa il contributo volontario.

Inoltre, il costo medio annuo dei fondi pensione aperti è notevolmente superiore a quelli dei fondi pensione chiusi: per i primi si aggira intorno all’1,1% e il 2,1%, mentre per quelli negoziali il costo è compreso tra lo 0,24% lo 0,54%.

Infine, se è vero che i fondi aperti sono caratterizzati, rispetto a quelli chiusi, solitamente da una composizione più aggressiva e tendente all’azionario, con una potenziale maggiore garanzia di rendimento, per il lavoratore rimane importante capire se questa “aggressività” rispecchia il suo profilo d’investitore e, soprattutto, se i potenziali rendimenti dei fondi aperti reggono il confronto con i bassi costi dei fondi chiusi e con la presenza del contributo datoriale garantito dai fondi di categoria.  

Caratteristiche dei fondi pensione chiusi e dei fondi aperti a confronto

In sintesi, possiamo identificare in questi punti le principali caratteristiche dei fondi pensione negoziali chiusi

  • costo di gestione nettamente inferiore; 
  • possibilità di beneficiare del contributo del datore di lavoro, a fronte del contributo individuale. 

E in questi quelli dei fondi pensione aperti

  • costo di gestione superiore; 
  • assenza del beneficio del contributo del datore di lavoro. 

Come funziona il contributo del datore di lavoro per i fondi pensione negoziali chiusi 

Facciamo un po’ di chiarezza in merito al contributo del datore di lavoro per i fondi chiusi. 

Chi è iscritto a un fondo pensione negoziale e desidera beneficiare del contributo datoriale, deve versare un contributo individuale nel fondo pensione.  

Questo perché da un lato abbiamo i contributi individuali, che vengono tolti dalla busta paga, dall’altro c’è il contributo del datore di lavoro, cioè soldi aggiuntivi: all’incirca l’1-2% della retribuzione annua lorda.

Tutti e due i contributi sono deducibili ai fini IRPEF e il risparmio fiscale viene subito riconosciuto in busta paga: quindi è vero che si ha la busta paga un po’ inferiore, ma al lavoratore viene ridato subito indietro il risparmio di tasse. 

Chi può aderire ad un fondo pensione chiuso

Come dicevamo, l’accesso ai fondi pensione negoziali o chiusi non è garantito a tutte le categorie di lavoratori.

Questo perché, trattandosi di un fondo che nasce dall’accordo tra organizzazioni sindacali e aziendali, interessa solo determinate casistiche. 

Ciò detto, ecco chi può aderire a un fondo pensione chiuso

  • gli appartenenti ad una determinata categoria o comparto o delimitazione territoriale;
  • i dipendenti di una stessa impresa o di un gruppo di aziende; 
  • i raggruppamenti di lavoratori autonomi o liberi professionisti organizzati per aree professionali o territoriali. 

In generale, per semplicità, possiamo dire che possono aderire a un fondo negoziale i lavoratori dipendenti pubblici, i dipendenti privati assunti con contratto determinato o indeterminato, gli apprendisti e i soci di cooperative.  

Chi istituisce i fondi pensione chiusi

I fondi pensione negoziali chiusi sono istituiti da Fondazioni o Associazioni, attraverso, come dicevamo, l’accordo tra organizzazioni sindacali e organizzazioni aziendali. 

Questo aspetto li rende potenzialmente più solidi e strutturati, avendo a disposizione una platea di aderenti decisamente maggiore.

Ovviamente la solidità dipende anche e soprattutto da come viene effettivamente gestito il fondo, ma il fatto che vi possano aderire molte più persone rispetto ad un fondo aperto è una maggiore garanzia, oltre al fattore che permette di fare economie di scala e ridurre i costi.

I fondi aperti sono istituiti, invece, da banche, imprese assicurative, SIM (società di intermediazione mobiliare) o SGR (società di gestione del risparmio).

In quanto tali è necessario fare maggiore attenzione al tema dei costi e delle inefficienze di gestione. 

Quali sono i rendimenti dei fondi pensione chiusi

Abbiamo visto come una delle differenze principali tra i fondi chiusi e quelli aperti sia la provenienza: i primi nascono da accordi tutelati dai sindacati, non hanno scopo di lucro e sono gestiti in base a criteri democratici; i secondi sono il risultato di scelte effettuate da operatori finanziari che non riconoscono l’importanza delle parti sociali e rendono conto esclusivamente a loro stessi della direzione e del futuro del fondo.

In generale, quindi, i lavoratori tendono a riconoscere una maggiore sicurezza e stabilità nei fondi pensione negoziali chiusi.

È importante ricordare che investire in un fondo pensione chiuso equivale a qualsiasi altro tipo di investimento: tutto dipende dalla linea scelta, dal proprio profilo di rischio, e dalla predisposizione a scegliere strumenti finanziari più o meno rischiosi da cui trarre potenziali profitti più o meno crescenti.  

Chi sceglie un fondo chiuso lo fa perché magari ha valutato che i rendimenti promessi dall’aggressività finanziaria dei fondi aperti non risultano sufficientemente interessanti, se confrontati con gli alti costi di gestione e l’assenza del contributo del datore di lavoro. 

O magari perché questo tipo di scelta risulta più in linea con il suo profilo di rischio.

Ad ogni modo, presso il sito della COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), puoi trovare uno specchietto più dettagliato e specifico dei costi e dei rendimenti dei fondi pensione

Conviene versare il TFR in un fondo pensione chiuso?

Come dicevamo, i fondi pensione negoziali chiusi sono strumenti finanziari con determinati pro e contro: vanno scelti in base alla propria propensione al rischio, alla strategia di investimento che si desidera mettere in atto e alle proprie aspettative nel lungo termine. 

In generale, possiamo ribadire come i costi di gestione dei fondi chiusi risultino molto competitivi rispetto a quelli dei fondi aperti. 

Inoltre, il contributo del datore di lavoro, a fronte del contributo individuale (entrambi, ricordiamolo, deducibili ai fini IRPEF), è una componente molto interessante, da non sottovalutare. 

Quello dei fondi pensione è un tema decisamente complesso e vasto, che meriterebbe un approfondimento specifico: ne abbiamo parlato in modo dettagliato nell’articolo sui fondi pensione, dove potrai trovare ulteriori informazioni sui vari fondi. 

Ti aspetto lì!

Commenti
    LEGGI altri 9 COMMENTI
    AvatarUser default avatar
    18/4/2024
    Articoli correlati
    • Article image
      21/7/2022Matteo B.Previdenza Complementare
      TFR: come trasformarlo in un investimento
      Il TFR può diventare un ottimo investimento per il tuo futuro pensionistico se sai come gestirlo e quali strument...
      Leggi
    • Article image
      13/7/2022Matteo B.Previdenza Complementare
      TFR: cos’è e come calcolarlo
      Il TFR ha alcune caratteristiche uniche. Scopri quali sono e come puoi sfruttarle a tuo favore.
      Leggi
    • Article image
      17/6/2022Matteo B.Previdenza Complementare
      Cos’è un fondo pensione e come funziona
      Il fondo pensione è uno strumento da utilizzare in alcuni casi particolari. Scopri quali sono e se devi usarlo pe...
      Leggi
    • Article image
      28/5/2022Matteo B.Previdenza Complementare
      Che cos’è la pensione integrativa e come costruirla
      Nonostante possa sembrare complessa, la previdenza complementare è una parte fondamentale della propria pianifica...
      Leggi
    Scroll top