TFR: come trasformarlo in un investimento

Se stai leggendo questo articolo, è perché sei arrivato qui dall’approfondimento  dedicato al TFR o perché sei alla ricerca di una risposta alla domanda delle domande: “È meglio lasciare il mio TFR in azienda o destinarlo a un fondo pensione?” 

O forse, perché stai cercando di capire se anche il TFR può diventare, in qualche modo, una forma di investimento che ti permetta da un lato di gestire al meglio la totalità dei tuoi risparmi e dall’altro di godere di una maggiore stabilità e tranquillità finanziaria in futuro. 

Che dire: sei nel posto giusto! In questo articolo troverai tutte le informazioni che ti servono per capire se destinare il tuo TFR in un fondo pensione o lasciarlo in azienda e in che modo farlo fruttare al meglio. 

Continua a leggere! 

Dove destinare il TFR

Prima di parlare delle destinazioni del TFR, facciamo un passo indietro e rinfreschiamoci la memoria su che cosa sia il TFR e a chi spetti questa somma di denaro. 

Il TFR, cioè il Trattamento di Fine Rapporto, è una parte dello stipendio, il 7,41% della retribuzione lorda, alla quale va sottratto una quota fissa pari allo 0,5%, che serve ad alimentare il Fondo di Garanzia INPS. 

Di fatto, corrisponde al 6,91% della retribuzione annua e delle relative rivalutazioni. 

Per approfondire meglio tutti questi aspetti e saperne di più sul TFR, ti consiglio caldamente di leggere il nostro articolo “TFR: cos’è e come calcolarlo”

Questa somma di denaro maturata negli anni spetta a tutti i lavoratori dipendenti al termine del loro rapporto con il datore di lavoro.

Si tratta di un diritto del lavoratore subordinato, sia pubblico sia privato, introdotto in Italia nel 1927, in qualità di indennità proporzionata agli anni di servizio svolti. 

Ma dove rimane, per tutti gli anni di carriera, il TFR, in attesa di essere liquidato o erogato

La risposta a questa domanda si ricollega all’argomento dell’articolo e cioè le destinazioni del TFR. Questa somma può infatti essere gestita nei seguenti due modi: 

  • può essere lasciata e accumulata direttamente in azienda
  • può essere destinata a un fondo pensione

Fino a qualche anno fa lasciare il proprio TFR in azienda era praticamente la norma, ma con l’acutizzarsi del problema pensionistico le cose sono cambiate.

Oggi ciascun lavoratore subordinato può scegliere infatti, con una semplice firma, un’alternativa molto importante e cioè versarlo in un fondo pensione, che avrà l’obiettivo principale di costruire un montante (cioè il TFR accumulato + gli interessi rivalutati) al fine di ottenere una rendita integrativa vitalizia da aggiungere alla propria pensione pubblica.

Ma non corriamo troppo e parliamo di quello che succede al TFR lasciato in azienda. 

Come viene tassato il TFR lasciato in azienda

Il TFR accantonato in azienda viene rivalutato in base all’1,5% (fisso) + 0,75% dell’indice di Inflazione rilevato dall’Istat per quell’anno. 

Al momento della chiusura del rapporto di lavoro, sia per dimissioni sia per licenziamento, il lavoratore ha il diritto di ricevere il suo TFR sotto forma di liquidazione, cioè di capitale. 

Salvo casi eccezionali, inoltre, il TFR viene liquidato in tempi tutto sommato rapidi e, cosa molto importante, in un unico versamento

Non per nulla, il momento della liquidazione ha una fama quasi proverbiale, soprattutto al termine di una lunga carriera: non è male terminare un lavoro e trovarsi nel giro di qualche mese il proprio conto in banca rimpinguato di alcune decine di migliaia di euro! 

C’è chi non vede l’ora di riceverla per togliersi qualche sfizio o compiere spese importanti… di quanto sia più o meno saggio questo comportamentone parleremo più avanti! 

Attenzione però a non farci ingolosire dall’idea di ricevere, alla fine del rapporto di lavoro, il nostro TFR lasciato in azienda sotto forma di capitale, in un unico, rapido versamento

Dobbiamo infatti tenere conto del fatto che il TFR aziendale viene tassato circa di un’aliquota pari a quella media IRPEF del lavoratore. .  

Ma la tassazione elevata non è l’unico fattore che dovrebbe farci inarcare un sopracciglio di fronte alla prospettiva di lasciare il nostro TFR in azienda, in un periodo storico-sociale come questo. 

Perchè è meglio versare il TFR in un fondo pensione

Decidere di versare il TFR in un fondo pensione è oggi la scelta ottimale da fare, tenendo conto dell’enorme agevolazione fiscale che lo Stato offre al lavoratore in virtù del fatto che il TFR venga utilizzato, invece che come liquidazione finale (che spesso viene utilizzata in spese accessorie), per integrare la propria pensione finale e quindi evitare o diminuire un possibile problema sociale che ricadrebbe invece sulle spalle dello Stato stesso. 

Di che agevolazioni fiscali stiamo parlando? 

Del fatto che se usiamo il TFR per fini pensionistici e lo spostiamo su un fondo pensione, la tassazione applicata è al massimo al 15% e si può ridurre fino al 9% a seconda degli anni lavorativi trascorsi. 

Facciamo un pratico esempio. 

Un lavoratore ha un TFR annuale pari, circa, allo stipendio lordo mensile, per una cifra di 2000€. Questo lavoratore è stato dipendente della stessa azienda per 40 anni. 

Al termine del rapporto di lavoro, gli spetterebbe un TFR di circa 80.000€, senza tenere conto delle rivalutazioni. 

Pagare un’aliquota del 9% (se avesse destinato il TFR a un fondo pensione), rispetto a un ipotetico 30% (se lo avesse lasciato in azienda), gli farebbe “risparmiare” circa 16.800€. 

Il tutto senza fare chissà che salti mortali o con investimenti particolari: solo con una semplice firma.  

Parliamo inoltre dei rendimenti.

Il TFR lasciato in azienda rende, come abbiamo già visto, l’1,5% + 0,75% dell’indice di Inflazione.

Il fondo pensione ha un rendimento collegato all’andamento dei mercati finanziari e, in base al profilo scelto, nel lungo periodo può essere molto, ma molto più remunerativo, sfruttando anche la capitalizzazione composta. 

Senza contare inoltre la sicurezza generata dai fondi pensione rispetto alle aziende. 

Lo sapevi che nelle aziende con più di 50 dipendenti, il TFR va girato automaticamente presso l’INPS, mentre in quelle con meno il capitale rimane in azienda e può essere usato come fonte di finanziamento?

Il che non è di per sé un problema, ma se l’azienda versa in cattive acque, potrebbe essere un problema ottenere la liquidazione in tempi rapidi e in un unico versamento. 

Quindi, riassumendo, ecco perché è meglio versare il proprio TFR in un fondo pensione

  • Beneficio fiscale (tassazione massimo 15%, minimo 9%); 
  • tassazione sui rendimenti fissa al 20%; 
  • maggiore sicurezza al punto di vista della sostenibilità e della diversificazione degli investimenti; 
  • ottimizzazione della pianificazione previdenziale, ottenendo rendimento medio superiore rispetto a quello che si otterrebbe in azienda;
  • rendimenti superiori nel medio-lungo periodo. 

Come scegliere il miglior fondo pensione per il TFR

Destinare il proprio TFR in un fondo pensione è una scelta d’investimento da compiere in modo strategico, lungimirante e intelligente. Un fondo pensione è, a tutti gli effetti, uno strumento finanziario, e va gestito tenendo conto dei propri obiettivi e di due importantissime variabili, sempre presenti: 

  1. Il profilo di rischio; 
  2. i costi e, dunque, l’efficienza del fondo.

Si tratta di un tema che merita un approfondimento specifico: ne ho parlato in modo esteso nell’articolo sui fondi pensione, dove rispondo alle domande più frequenti su questo argomento, come “che cos’è un fondo pensione?”, “come funziona un fondo pensione?” e “quale fondo pensione scegliere?”. 

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    20/11/2024
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