Cosa sono le obbligazioni e come funzionano

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Se ti stai chiedendo cosa sono le obbligazioni e come funzionano sei nel posto giusto.

Probabilmente avrai sentito dire in giro che le obbligazioni sono un investimento sicuro che ti da’ la garanzia sul capitale e la certezza di una rendita costante data dalla cedola.

Praticamente l’investimento perfetto.

Non rischi nulla e contemporaneamente ti porti a casa un rendimento certo, sicuro e garantito.

Infatti non c’è nessuno che abbia perso soldi con i tango bond argentini, le obbligazioni Cirio e Parmalat, le obbligazioni subordinate di Banca Marche, Banca Etruria delle Banche Venete e i Titoli di Stato di Grecia e Venezuela

Purtroppo questo succede perchè spesso chi le vende finisce per omettere o nascondere le informazioni chiave sul funzionamento reale di questo strumento finanziario.

Ecco, io dico allora che forse è meglio approfondire un attimo l’argomento, prima di inserire delle obbligazioni nel proprio portafoglio di investimento…

…vedi mai che magari ti eviti lo stress di andare in piazza a manifestare con i cartelloni sul “risparmio tradito”.

In questo articolo voglio quindi smarcare alcuni concetti fondamentali su cosa sono le obbligazioni, come funzionano e in cosa si diversificano rispetto alle azioni.

Quello che mi interessa passarti sono le uniche informazioni importanti che ti servono quando ti chiedi se ti conviene investire in obbligazioni, eliminando tutto il restante e fastidioso rumore di sottofondo.

Ti avverto anche che per farlo dovrò distruggere tutta una serie di miti e leggende che aleggiano nell’aria, altrimenti non ci capiamo e il resto delle riflessioni diventano del tutto inutili.

Ok? Allora buona lettura!

Cosa sono le obbligazioni e come funzionano

Partiamo dall’inizio.

Per capire cosa sono le obbligazioni devi immaginarti cosa significa prestare soldi a qualcuno.

A differenza delle azioni, dove diventi socio in affari con chi governa e gestisce l’azienda, con le obbligazioni ti limiti a prestare i tuoi soldi, rimanendo nelle retrovie.

Questa differenza apparentemente banale è in realtà il passaggio che ti permette di comprendere l’unico vero grande concetto che ti interessa quando devi scegliere se investire in obbligazioni, ovvero il diverso profilo di rischio rispetto ad un investimento azionario.

Ma andiamo con calma, perchè ci sono diverse cose da dire al riguardo.

Dicevamo di prestare soldi a qualcun altro.

Cosa succede quando lo fai ad un parente o ad un amico stretto?

Di solito, quando questo avviene, si riesce a trovare un accordo migliore rispetto ad un prestito fatto in banca, perchè c’è un rapporto di maggiore fiducia tra le parti.

Perfetto, questo è proprio il terreno su cui affonda le radici tutto il mondo obbligazionario…un rapporto di fiducia.

La fiducia è l’elemento che ti fa credere (perchè, come sappiamo, di certezze nella vita ci sono solo le tasse e la morte) che in una data futura ti verranno restituiti i tuoi soldi.

La parola chiave è proprio “credere”, da cui, se ci pensi, deriva la parola credito.

Come diceva qualcuno, le parole sono importanti e se andiamo a controllare il significato latino di credere scopriamo che, guarda caso, vuol dire proprio “dare fiducia”, “affidare”.

Mi stai seguendo?

Ho spiegato bene come funzionano le obbligazioni?

Tutto il mercato del credito e dei prestiti si basa su un rapporto di fiducia e di affidamento tra chi presta e chi riceve.

Tale fiducia viene racchiusa in un contratto tra le parti in cui una si impegna a prestare soldi e l’altra a restituirglieli in un tempo prestabilito e magari pagando un interesse periodico nell’attesa.

Tutto molto semplice e regolare.

Ora, arrivati a questo punto, il logico passaggio successivo è quello di chiedersi quali sono gli elementi che fanno sì che un soggetto possa essere meritevole di ricevere cotanta fiducia, non trovi?

Tornando all’esempio di prima, se ti dicessi di scegliere tra il prestare soldi all’amico di una vita, rispetto al primo sconosciuto che passa per strada, non avresti dubbi.

Il motivo è che non conoscendo l’altra persona, non ti fideresti (e fai bene) e avresti paura di non rivedere più i tuoi soldi.

Ecco, da questo punto di vista sentirei l’urgenza di chiederti come mai, secondo te, tanta gente ha comprato i tango bond o le obbligazioni bancarie subordinate di banche decotte, senza avere la benchè minima idea di chi fossero i soggetti a cui stavano prestando i loro soldi…

Però aspetta, mi rispondo da solo: perchè glielo ha proposto la banca (o il bancario) di fiducia.

Eccola lì…

…si casca sempre su questo concetto del rapporto di fiducia.

Peccato che “affidare” a qualcuno i propri soldi non significa chiudere gli occhi, incrociare le dita e pregare che vada tutto bene.

Nel mondo delle obbligazioni e del credito, dare fiducia vuol dire un’altra cosa.

E guarda che questo punto è importante, perchè se non passa l’idea che prima di investire in obbligazioni bisogna valutare a chi si stanno prestando i propri i soldi, casca tutto il ragionamento.

Ma su questo aspetto ci torniamo tra un momento, perchè adesso è arrivato il momento di sfatare un primo grande mito del mondo obbligazionario.

Tutto parte da una domanda molto molto semplice…

“io sapevo che investire in obbligazioni fosse una cosa sicura, tu quindi mi stai dicendo che è rischioso?”

Ecco parliamone subito.

Investire in obbligazioni è rischioso?

Se vuoi una risposta secca alla tua domanda devo dirti che…

sì, investire in obbligazioni è rischioso.

Fammelo ripetere ancora.

LE OBBLIGAZIONI NON SONO UN INVESTIMENTO SICURO

Matteo ma sei pazzo? Che cosa stai dicendo?

Se anche le obbligazioni sono rischiose, dove diavolo li metto i miei risparmi?

Ferma tutto!

Il concetto di rischio di cui parlo io è diverso da quello che hai in mente tu.

Mi spiego.

Se vogliamo fare un ragionamento serio sugli investimenti obbligazionari dobbiamo uscire dalla logica del bianco vs nero.

Quando si investono soldi, il mondo NON SI DIVIDE tra rischio e sicurezza, tra garanzia e pericolo, tra certezza e incertezza.

Se vuoi investire correttamente i tuoi soldi devi partire dal presupposto che IL MERCATO FINANZIARIO E’ UN POSTO DOVE ESISTE SEMPRE DEL RISCHIO e dove il tuo compito è quello di decidere quanto te ne vuoi assumere.

Perciò, seguendo questa logica, anche le obbligazioni si portano dietro un certo grado di rischio.

Tanto o poco dipende soltanto da quanto te ne vuoi accollare sul tuo investimento.

Per quanto mi riguarda, puoi tranquillamente eliminare le parole “sicurezza”, “garanzia” e “certezza” dal tuo vocabolario finanziario, perchè non hanno nessun senso logico e non servono proprio a nulla.

Può darsi che tu abbia il portafoglio pieno di titoli di stato, di buoni fruttiferi postali o di obbligazioni bancarie (i tre moschettieri delle obbligazioni nei portafogli degli italiani) e questa frase ti stia provocando l’orticaria o un principio di ictus.

Voglio quindi tranquillizzarti nel dire che sui mercati c’è ampio spazio anche per chi ha un approccio conservativo sui suoi investimenti.

Ma tra il concetto di sicurezza/certezza/garanzia e quello di un basso profilo di rischio c’è un abisso.

Ed è bene che io ti dica le cose come stanno e in modo diretto.

L’idea per cui AZIONI = RISCHIO e OBBLIGAZIONI = SICUREZZA è un retaggio di un mondo del passato che non esiste più.

L’epoca in cui si pensava che uno Stato o una Banca non potessero mai fallire è finita da un pezzo.

Oggi Banche storiche vanno in bancarotta.

E interi paesi dichiarano default.

Il mondo è cambiato e se decidi di investire in obbligazioni devi capire cosa stai facendo e come misurare i potenziali rischi a cui vai incontro.

Anche perchè se nella tua vita vuoi investire soldi sui mercati finanziari, è quasi certo che prima o poi finirai per acquistare un po’ di obbligazioni.

Procediamo quindi nel ragionamento, perchè dobbiamo sfatare altri miti e leggende.

Il ruolo della cedola

Parliamo adesso delle cedole.

Insieme alla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore di rimborso, quando la cedola è presente rappresenta l’altra parte del rendimento obbligazionario.

Si tratta del “premio” ricorrente che viene riconosciuto all’investitore nell’attesa della restituzione completa del capitale a scadenza.

Da questo punto di vista le obbligazioni si dividono in due grandi famiglie:

  • Quelle che le offrono regolarmente
  • Quelle che non le offrono per nulla

LE OBBLIGAZIONI CON CEDOLA

Quelle che hanno la cedola si dividono a loro volta in:

  • Obbligazioni a tasso fisso
  • Obbligazioni a tasso variabile
  • Obbligazioni a tasso misto

Quando il tasso è fisso vuol dire che sai esattamente quale sarà il rendimento dato dalla cedola che ti viene “staccata” a scadenze regolari (tipicamente ogni 6 mesi).

Chi sceglie di acquistare questo tipo di obbligazioni lo fa per “bloccare” il rendimento per tutta la durata del suo investimento.

Quando invece il tasso è variabile significa che viene “agganciato” ad un parametro mobile (un indice, un tasso ecc…), che cambia nel corso del tempo.

Il motivo per cui si sceglie di acquistare questo tipo di obbligazioni è che si crede che tale parametro possa salire durante il corso dell’investimento.

Infine, quando il tasso è misto significa che la cedola sarà per un periodo a tasso fisso e per un periodo a tasso variabile.

Ora, come puoi immaginare non esiste una scelta migliore dell’altra.

Tutto dipende dai soliti fattori tipici di un investimento strategico, ovvero le risorse, il tempo, i costi e il rischio.

Per trovare la soluzione vincente devi prima impostare una strategia che tenga conto dell’equilibrio di questi parametri e poi andare a scegliere lo strumento adatto a raggiungere il tuo obiettivo.

LE OBBLIGAZIONI ZERO COUPON

In inglese “cedola” si traduce con la parola coupon.

Le obbligazioni che non ti danno nessuna cedola si chiamano quindi Obbligazioni Zero Coupon.

Il guadagno è tutto concentrato nella differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di rimborso del capitale a scadenza.

Anche per via di queste caratteristiche, le obbligazioni zero coupon hanno normalmente una scadenza breve (tra 6 mesi e 2 anni), anche se volendo ne esistono alcune a scadenza medio-lunga.

Bene, ora che abbiamo visto questo elenco è arrivato il momento di fare una seria riflessione sul discorso della cedola.

Dopo che per anni ha rappresentato il sogno proibito degli italiani, ancora oggi suscita un fascino irresistibile per via del fatto di vedere arrivare regolarmente sul conto corrente un flusso di denaro aggiuntivo, oltre alle entrare da lavoro.

E’ la famosa rendita.

L’idea di riceve dei soldi senza dover aggiungere lavoro a quello che già si svolge quotidianamente.

Un sogno ad occhi aperti.

Però noi sappiamo che in finanza non ci sono pasti gratis.

Così come nessuno ha ancora inventato un modo per fare soldi facili, senza correre rischi.

C’è quindi un rovescio della medaglia per chi vuole investire in obbligazioni con l’obiettivo di ricevere la cedola periodica.

Si tratta del fatto che non vedrà mai crescere il capitale nel tempo.

Se si decide di “staccare” regolarmente dei pezzi di rendimento per portarli a casa, inevitabilmente il capitale investito rimarrà sempre allo stesso livello.

Infatti, dal punto di vista della strategia finanziaria, non si comprano le obbligazioni con l’idea che il prezzo possa salire piano piano per generare una plusvalenza.

Normalmente un investitore decide di acquistare obbligazioni con l’idea di proteggersi e di ricavarne un rendimento periodico.

Perciò se ti carichi il portafoglio di questo strumento finanziario lo fai perchè hai in mente un obiettivo preciso.

Vedi come la strategia rimane sempre il punto da cui partire prima di decidere quali strumenti finanziari acquistare?

Se compri obbligazioni con l’intento di recuperare cedole e rendimenti periodici, stai rinunciando a vedere crescere il tuo capitale nel corso del tempo.

Questa cosa ti va bene? Se si, allora procedi pure.

Altrimenti cambia strategia!

Però, se me lo permetti, vorrei dire anche la mia opinione al riguardo.

Trattandosi di una strategia finanziaria, dobbiamo precisare il fatto che ci sono alcune situazioni in cui la ricerca della cedola è adatta e altre dove non lo è per nulla.

Nello specifico la cedola è un obiettivo che può andare bene nei seguenti casi:

  • Sei in pensione o quasi e ti vuoi godere i frutti del tuo sudato lavoro
  • Hai un capitale rilevante costruito a seguito di un’attività rischiosa e vuoi ridurre il profilo di rischio sui tuoi risparmi
  • Hai ricevuto un’eredità importante e vuoi godere dei suoi frutti
  • Non hai altri obiettivi di vita da raggiungere
  • Non riesci a sopportare i rischi del mercato azionario

Se invece sei giovane, hai un capitale in costruzione, hai diversi obiettivi da raggiugnere davanti a te o ti vuoi assumere del rischio finanziario, rincorrere la cedola non ha senso.

Facciamo insieme due calcoli veloci per verificare questo discorso.

Se investi 50.000 € su un’obbligazione con una cedola al 2%, quanto rendimento porti a casa? 1.000 € annui, cioè 83 € di interessi mensili…lordi!

E su 100.000 €? 2.000 € annui, cioè ben 166 € in più al mese di rendita finanziaria!!!

mazza, abbiamo svoltato!

Per carità, avere qualche migliaio di euro in più in tasca a fine anno è sempre una bella sensazione, ma da questi semplici calcoli capisci bene anche tu che per ottenere una rendita realmente interessante attraverso l’utilizzo di una strategia fatta di cedole obbligazionarie serve un capitale di base importante.

Perchè se invece non lo hai ancora maturato, puntando sulle cedole ti precludi l’opportunità di farlo crescere.

Lo vedi come tutto questo non abbia alcun senso finanziario e diventi solo un’illusione ottica di rendita che in realtà non ti porta economicamente da nessuna parte?

Dammi retta: facciamo che fino a quando non rientri in una delle categorie sopra elencate lasciamo lavorare la forza dell’interesse composto, con l’obiettivo di accrescere il capitale risparmiato reinvestendo i frutti che si generano nel corso del tempo.

Ok?

Bene, vediamo ora di passare al vero grande argomento che conta sul mondo delle obbligazioni: il profilo di rischio.

I diversi livelli di rischio

Devi sapere che non tutte le obbligazioni sono uguali.

La distinzione viene fatta sul livello di rischio e prevede due modi con cui vengono selezionate:

  1. Il merito di credito
  2. La priorità di rimborso

Fai molta attenzione a questo passaggio perchè anche se siamo di fronte a categorizzazioni diverse, si tratta in realtà di due facce della stessa medaglia.

Sono infatti due modi diversi per misurare il grado di rischio e per aiutarti a prendere la tua decisione di investimento.

Vediamoli entrambi.

IL MERITO DI CREDITO

Abbiamo già visto che il merito di credito è un fattore strettamente collegato a quel famoso rapporto di fiducia su cui si poggia tutto il mondo obbligazionario.

Quello che non abbiamo ancora detto però è come fare a misurarlo.

Da questo punto di vista il primo parametro da guardare è il rating rilasciato dalle Agenzie di Rating.

Il loro compito è proprio quello di dare un giudizio di merito creditizio agli emittenti, distribuendolo per fasce di rischiosità e dividendo gli emittenti in due grandi categorie, gli investment grade e i sub-investment grade.

Gli investment grade (dall’inglese “meritevoli di investimento”) sono gli emittenti considerati meno rischiosi e compresi sotto i giudizi con la lettera A, mentre i sub-investment grade (dall’inglese “non meritevoli di investimento”) sono quelli più pericolosi e compresi nei giudizi delle lettere inferiori (B, C e D).

All’interno di queste categorie ci sono ovviamente diverse gradazioni di rischio e più si scende nella scala, più si esce da un investimento finanziario e ci si avvicina ad una puntata al casinò.

Certo, tale giudizio non è sicuramente l’equivalente del verbo stampato sulle delle tavole della legge.

In passato le Agenzie di Rating non sono state esenti da scandali su errori nelle valutazioni del merito creditizio.

Devi infatti sapere che vengono pagate dall’emittente stesso a cui devono esprimere il giudizio.

Tu come la vedi a livello di conflitto di interessi?

Io ne vedo una vagonata.

Motivo per cui, oltre al rating, per valutare la solidità di un emittente e la sua capacità di restituire i soldi prestati, è sempre meglio dare uno sguardo anche al bilancio.

E visto che immagino tu faccia un altro lavoro nella vita, direi che questo passaggio si traduce nella richiesta di una consulenza finanziaria indipendente ad un professionista serio e preparato.

Non so cosa pensi tu, ma io credo che se per comprare una macchina nuova o uno smartphone ci mettiamo mediamente un mese di tempo tra la ricerca, i giri per le concessionarie o i negozi e la lettura dei siti di comparazione e delle riviste specializzate, direi che forse vale la pena prendersi un po’ di tempo per parlare con un consulente indipendente e pianificare una strategia finanziaria che vada ad analizzare il merito di credito di un emittente a cui vai a prestare una fetta importante dei tuoi risparmi, no?

LA PRIORITA’ DI RIMBORSO

Una volta che hai selezionato l’emittente il processo non è ancora finito.

Devi decidere il grado di rischio a cui vuoi sottoporre il tuo investimento, sulla base della priorità di rimborso del debito.

Cosa vuol dire questa frase che hai appena letto?

Semplice…come puoi immaginare non sei l’unico creditore ad aspettare i soldi indietro.

E visto che la fila è mediamente molto ma molto lunga, è necessario stabilire un criterio per distinguere l’ordine di rimborso.

Stabilire un ordine serve solo ed esclusivamente a organizzare il rimborso in caso di fallimento dell’emittente.

In tutti gli altri casi non si presenta nessuna esigenza di “esercitare” il proprio diritto di priorità.

Naturalmente anche qui vige la solita regola aurea del rapporto rischio/rendimento.

Più vai avanti nella fila (cioè avrai precedenza nel rimborso) minore sarà il rischio che corri e, di conseguenza, il rendimento ottenuto a scadenza sarà più basso.

Viceversa, se accetti di essere buttato in fondo alla fila, vuol dire che ti stai caricando un rischio maggiore in cambio di un rendimento più alto.

La distinzione che viene fatta è tra:

  • Obbligazioni senior
  • Obbligazioni subordinate

Le obbligazioni senior sono quelle normali che conosci e che mediamente hanno una buona priorità di rimborso.

Le obbligazioni subordinate sono invece quelle che aumentano il livello di rischio e che cominciano a perdere posizioni nella fila di attesa.

Al loro interno ce ne sono di diverso grado, come puoi vedere da questa immagine.

fonte: borsa italiana

Bene, ora che hai visto questa bella descrizione, facciamo una riflessione seria al riguardo.

Il marchetting finanziario è sempre pronto a farti proposte scintillanti di obbligazioni con cedole interessanti.

Però, come si dice, non è sempre oro quel che luccica.

Prima di firmare sulla fiducia un modulo con un ordine di acquisto, fatti spiegare il livello di rischio che si nasconde dietro tale proposta.

E poi segui questo set di regole salva-vita e salva-capitale:

  • Se non ti è chiaro come funziona l’obbligazione, lasciala lì e non investire
  • Se non ti è chiaro il grado di rischio, lasciala lì e non investire
  • Se non ti è chiara la solidità dell’emittente, lasciala lì e non investire

Ci siamo?

Conclusioni

Ok, in questo articolo abbiamo visto cosa sono e come funzionano le obbligazioni.

Abbiamo smontato il mito della sicurezza, svelando che, esattamente come tutti gli altri strumenti finanziari, detengono al loro interno un certo livello di rischio che può essere modulato e gestito a seconda delle esigenze di investimento.

Abbiamo anche smontato il mito della rendita data dalla cedola, definendo quali sono le situazioni in cui si tratta di una strategia finanziaria corretta e quando invece diventa una mera illusione ottica.

A questo punto, dopo tutto quello di cui abbiamo parlato, immagino che ti starai chiedendo come fare per investire correttamente in obbligazioni?

Domanda assolutamente legittima.

Non ti preoccupare, ho intenzione di parlare ancora di questo strumento finanziario, con un articolo dedicato solo ed esclusivamente a come investire in obbligazioni.

Ottimo, se sei arrivato a leggere fino a qui ti faccio i miei complimenti.

Fai ora parte di quel ristretto gruppo di persone che ha capito l’importanza di approfondire l’argomento e la conoscenza degli strumenti finanziari da utilizzare per investire i propri soldi.

Alla prossima!

Commenti
  • AvatarUser default avatar
    vittorio
    16/11/2018
    Rispondi

    Complimenti per la migliore descrizione di “cosa sono le obbligazioni” tra le ricerche trovate su Google. Descrizione chiarissima, fatta mettendosi dalla parte di coloro che richiedendone delucidazioni non ne sanno proprio nulla e che quindi hanno bisogno di parole chiare semplici , proprio come quelle che tu hai adoperato nella descrizione del tuo scritto.

  • User avatar
    Matteo Biancolini
    19/11/2018
    Rispondi

    Grazie Vittorio, mi fa molto piacere che l’articolo ti sia piaciuto e soprattutto che ti sia stato utile.

    L’obiettivo finale è proprio quello di permettere una piena comprensione dello strumento, così da poterlo utilizzare adeguatamente.

    A presto!

  • AvatarUser default avatar
    Paolo
    21/8/2018
    Rispondi

    Ciao Matteo, ottima guida come sempre.
    Sono un ragazzo non alle prime armi con questo mondo
    ma ti leggo lo stesso spesso perchè c’è sempre da imparare, approfondire e sei competente in materia.
    Inoltre ci sono argomenti che conoscevo soltanto per nome e tramite le tue guide ho approfondito…ti ringrazio
    Aspetto con interesse la continuazione di quest’articolo

    Volevo farti una richiesta se possibile.
    Mi piacerebbe molto approfondire il tema legato alle holding e alle varie forme giuridiche delle aziende…sarebbe possibile in futuro leggerne la guida?

  • AvatarUser default avatar
    Paolo
    2/8/2020
    Rispondi

    Bun giorno, sono un operaio metalmeccanico di 49 anni, ho aderito al fondo pensione categoria , non essendo più giovanissimo, ho scelto il comparto prudente che ha 75 obbligazioni e 25 azioni come percentuale, anche se dall’applicazione risulta un po diverso la percentuale, poi ho inserito la quota contributo mia e del datore. Potendo scegliere di cambiare dopo 12 mesi il comparto, dato che mi mancano 20 anni alla pensione, mi conviene rimanere come sono, oppure spostarmi al comparto crescita che prevede 50 azioni e 50 obbligazioni anche se poi in realtà anche in questo caso, e’sottointeso che la percentuale vera si differenzia un po sempre guardando l’applicazione. Il grado di rischio a 49 anni arrivare a 67, mi darebbe rendimenti? e successivamente, calare il grado di rischio e scegliere un comparto più tranquillo. Grazie

  • User avatar
    Matteo Biancolini
    3/8/2020
    Rispondi

    Buongiorno Paolo, complimenti per aver approfondito l’argomento previdenziale ed essere interessato a raccogliere quante più informazioni possibili per prendere decisioni efficaci.

    Il profilo di rischio è una variabile estremamente personale e la convenienza a sceglierne uno, rispetto ad un altro, dipende moltissimo dalle proprie caratteristiche personali.

    Ovviamente se decidi di assumerne di più avrai a scadenza un potenziale rendimento atteso più alto.

    In bocca al lupo per la tua scelta

    Matteo

  • User avatar
    Matteo Biancolini
    22/8/2018
    Rispondi

    Ciao Paolo, complimenti per l’interesse che mostri per la materia.

    Mi fa molto piacere che apprezzi i contenuti degli articoli, questo mi fa da forte stimolo per continuare a scrivere e pubblicare.

    Grazie inoltre per la richiesta, effettivamente è un argomento che non avevo pensato di trattare.

    Ho già una lunga lista di articoli da scrivere, ma me lo segno lo stesso.

    a presto!

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22/4/2024
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