Buoni Fruttiferi Postali: Guida completa per capire se conviene investire

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In questo articolo scoprirai cosa sono i buoni fruttiferi postali e quali sono le principali caratteristiche di questo strumento.

Inoltre ti mostrerò perché ha fatto le fortune di chi investiva i suoi risparmi negli anni ’70 e ’80, mentre ora si tratta di una forma di investimento praticamente superata.

Perciò, come sempre, prima affrontiamo i dati e i numeri…poi vediamo i ragionamenti che ne derivano.

BUONI FRUTTIFERI POSTALI: COSA SONO E COME FUNZIONANO

Come prima cosa voglio mostrarti le principali caratteristiche di questi strumenti finanziari e, per farlo, ho preparato questo breve video.

Ok, dovrebbe ora esserti chiaro che siamo di fronte ad uno strumento che ha un obiettivo molto preciso.

I buoni fruttiferi postali nascono per proteggere il capitale investito e lo fanno con tutta una serie di caratteristiche costruite per raggiugnere questo scopo.

C’è però un leggero problema legato al contesto in cui sono nati.

Per capirlo a fondo dobbiamo quindi fare un piccolo passo in dietro.

Tra mito e leggenda

Per chi ha investito denaro tra gli anni ’70 e gli anni ’80 i buoni fruttiferi postali sono stati decisamente un investimento FANTASTICO!

Chi ha vissuto quel periodo in prima persona se lo ricorda molto bene.

La crisi petrolifera aveva fatto schizzare il prezzo della benzina, costringendo le persone a fare le domeniche alternate in cui abbandonare la macchia a favore di una bella passeggiata o della bicicletta.

Contemporaneamente l’inflazione aveva raggiunto livelli molto alti, con picchi % in doppia cifra, a dimostrazione di un momento storico di tensione e paura per un potenziale ritorno ad un nuovo conflitto mondiale, visto il fresco ricordo di quello da poco superato (eravamo in piena guerra fredda).

In questo scenario i paesi che avevano bisogno di raccogliere denaro con i titoli di stato per finanziare le proprie opere pubbliche dovevano offrire in cambio rendimenti decisamente alti.

Anche i buoni fruttiferi postali non furono da meno, con alcune emissioni storiche che raggiunsero rendimenti addirittura in doppia cifra.

Poi, come ciliegina sulla torta, a seguito della creazione dell’Unione Europea e della Banca Centrale, l’inflazione scese e rientrò a livelli di normalità, il che portò i buoni fruttiferi postali a raggiungere tassi di rendimento in doppia cifra, facendoli diventare delle vere e proprie pepite d’oro.

E infatti alcuni di questi buoni sono ancora gelosamente custoditi all’interno delle cassette di sicurezza e tirati fuori solo per passarli in eredità ai fortunati figli o nipoti.

Tra l’altro ti ricordo che stiamo parlando di un periodo in cui non c’era tutta questa grande offerta di strumenti finanziari che abbiamo oggi sul mercato.

I fondi comuni d’investimento stavano nascendo proprio in quegli anni e, di fatto, non erano ancora così diffusi.

Perciò, come forma di investimento, potevi fondamentalmente scegliere tra queste tre opzioni:

  • Azioni
  • Titoli di stato
  • Case

Oltre all’amore incondizionato per il mattone, sappiamo tutti che gli italiani sono culturalmente un popolo di risparmiatori prudenti.

Vedendo l’opportunità di ottenere allo stesso tempo sicurezza e rendimento si sono giustamente buttati a mani basse sui buoni fruttiferi postali e i titoli di stato.

Sicuri, garantiti e con rendimenti in linea con l’inflazione.

Praticamente l’investimento perfetto!

E infatti, da allora, una buona fetta dei risparmi di questo paese è ancora parcheggiata lì…

…come purtroppo è rimasta parcheggiata agli anni ‘80 anche la cultura finanziaria legata agli investimenti, continuando a ritenere i buoni fruttiferi postali un’efficiente forma di impiego del risparmio.

Ma su questo punto ci torniamo tra un momento.

Il punto è che da allora il mondo è completamente cambiato e, per quanto riguarda gli investimenti finanziari, parole come sicuro e garantito sono diventante dei veri e propri cimeli da conservare in un museo.

Oggi, quando investi i tuoi risparmi sui mercati finanziari, se non accetti di assumerti un po’ di rischio finanziario, vedrai inesorabilmente sgretolarsi il valore del tuo denaro.

Il rischio finanziario è un fattore che va quindi accettato e abbracciato positivamente nel processo di investimento, come unico vero motore di creazione di rendimento e valore aggiunto.

E mi rendo conto che per chi ha investito negli anni d’oro del rendimento senza rischio dei titoli di stato e dei buoni fruttiferi postali garantiti e in doppia cifra, questa possa sembrare una vera e propria eresia.

Però purtroppo questa è la realtà dei fatti e indietro non si torna più.

Tra l’altro, volendo essere sinceri, era scorretto il modo di investire degli anni ’70 e ’80, non quello di adesso.

Segui questo ragionamento.

In linea generale, il fatto che di poter ottenere una qualsiasi forma di rendimento senza rischiare nulla è un ossimoro, cioè una contraddizione in termini.

Nella vita, raggiungere un qualsiasi obiettivo che abbia un minimo di valore richiede un po’ di sacrificio, di attesa…insomma di rischio.

Infatti il punto non è eliminarlo completamente dal tavolo, quanto invece definire il giusto livello di equilibrio, ovvero quello che ti fa dormire tranquillo e sereno la notte.

Anche perchè i rischi finanziari possono essere grandi o piccoli a seconda dell’obiettivo che si vuole raggiungere.

Per questo motivo il rischio finanziario è un fattore che va accettato e abbracciato positivamente nel processo di investimento.

Niente rincorsa al rendimento.

Niente richiesta di garanzie.

Per investire correttamente bisogna sempre e solo preoccuparsi di gestire correttamente il rischio, aspetto che per essere affrontato al meglio ha necessariamente bisogno di una Pianificazione Finanziaria.

Conviene investire?

Vogliamo quindi discutere del livello di sicurezza (o di rischio) dei buoni fruttiferi postali?

Bene, dopo tutto quello che abbiamo visto, se li paragoniamo al resto degli strumenti finanziari in circolazione, teoricamente siamo di fronte allo strumento di investimento più sicuro in assoluto.

Però fai attenzione, perchè ci sono due aspetti da tenere in considerazione:

  • Anche la “sicurezza” si paga
  • Stai concentrando il rischio del tuo investimento su un unico paese

Per quanto riguarda il discorso del “costo della sicurezza”, il pegno che devi lasciare sul tavolo per sentirti protetto è ovviamente fatto da un minor rendimento.

Come sempre, la regola aurea degli investimenti rimane…meno rischio potenziale = meno rendimento atteso.

E infatti, se diamo un’occhiata ai rendimenti offerti sui bfp ordinari difficilmente troveremo qualcosa di realmente interessante.

Come puoi notare anche tu, stiamo fondamentalmente parlando di gestione della liquidità.

Gli investimenti, se permetti, sono tutta un’altra cosa.

Qualcosa di meglio lo offrono i buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione.

Naturalmente rimane valido il discorso legato alla concentrazione del rischio finanziario, per cui non conviene riempirsi il portafoglio di tale strumento finanziario.

Questo dimostra come il punto della questione rimanga sempre lo stesso.

La protezione del proprio capitale non può basarsi semplicemente su strumenti che, di fatto, rimangono immobili (nel senso di rendimenti fermi) e concentrano il rischio.

La protezione vera deriva da una strategia che accetta di assumersi un determinato grado di rischio finanziario, diversificando adeguatamente i propri investimenti per trovare il giusto equilibrio.

Ecco appunto, la diversificazione!

Mettere una % troppo alta dei propri risparmi su un unico strumento finanziario è SEMPRE una cattiva idea!

Non importa quanta retorica culturale ci sia dietro all’idea che “tanto lo stato non può mai fallire”.

Se metti una fetta importante o tutti i tuoi risparmi su un unico prodotto finanziario stai commettendo un grave errore di concentrazione del rischio.

Devi quindi assolutamente trovare una soluzione che ti permetta di diversificare adeguatamente la gestione e l’investimento dei tuoi soldi.

Del resto pensaci.

Il mondo non è più quello di una volta…anzi, è cambiato radicalmente rispetto agli anni ’70 e ’80.

Che ci piaccia o no, dal punto di vista sociale e culturale, certe protezioni, certe garanzie e certe sicurezze non ci sono più.

A maggior ragione è necessario mettere in campo strumenti e strategie di protezione del proprio capitale finanziario che evitino di fargli perdere valore reale nel corso del tempo.

Purtroppo i buoni fruttiferi postali sono ormai strumenti anacronistici che non svolgono più il loro mestiere.

Ma fortunatamente esistono diverse soluzioni di investimento più efficienti e accessibili a tutti.

Certo, bisogna anche stare molto più attenti a non mettere i piedi nelle buche e nelle pozzanghere che nel frattempo si sono create.

Infatti oggi, se vuoi fare sul serio con i tuoi investimenti, devi impostare una strategia diversa.

Ad ogni modo, se sei tra i fortunati che hanno ancora in tasca, in mano o nel cassetto uno di quei buoni fruttiferi postali con rendimento alto, tienilo stretto e non mollarlo fino alla scadenza naturale.

Dopodiché, corri a fartelo rimborsare e ringrazia il parente che te lo ha donato.

A presto!

Matteo

Commenti
  • AvatarUser default avatar
    Augusto
    15/1/2019
    Rispondi

    Ciao Matteo sono cointestatario di un Libretto Postale e mensilmente investiamo (siamo dei “microrisparmiatori”) piccole somme in Buoni Postali (purtroppo non ci sono più gli indicizzati) e abbiamo superato la famosa soglia dei 5000 euro.Volevo capire se l’imposta di bollo e l’inflazione non vadano a erodere gli interessi minini, seppur portati a scadenza. In alternativa su quale strumento di investimento possiamo orientarci? grazie mille in anticipo e complimenti per il tuo blog.

  • User avatar
    Matteo Biancolini
    15/1/2019
    Rispondi

    Ciao Augusto, purtroppo è così.

    Se uno strumento finanziario non è in grado di restituire un interesse superiore al livello di inflazione, di fatto si stanno perdendo soldi per strada.

    Da questo punto di vista i bfp non sono strumenti in grado di superare questo paletto.

    Anche perchè, oltre all’ostacolo dell’inflazione, bisogna aggiungere appunto quello delle tasse e quello dei costi.

    Quando si decide di investire i propri soldi non bisogna quindi guardare solo alla % di rendimento lordo, ma fare sempre un’analisi del rendimento atteso netto.

    Per riuscirci è necessario impostare una pianificazione finanziaria e costruire un progetto di investimento che prenda in considerazione diversi elementi, tra cui il vostro obiettivo finale, l’orizzonte temporale e il profilo di rischio.

    Prima di concentrarvi sullo strumento finanziario da comprare o sulla soluzione da adottare, fate quindi un’attenta riflessione su questi aspetti.

    In base ai ragionamenti che ne derivano cercate di costruire un portafoglio fatto di strumenti a basso costo e ben diversificati che rispecchino le vostre esigenze di investimento.

  • AvatarUser default avatar
    Augusto
    15/1/2019
    Rispondi

    Grazie per la pronta risposta tipo quali strumenti?

  • User avatar
    Matteo Biancolini
    17/1/2019
    Rispondi

    Premesso che:

    1. Per ovvi motivi non faccio consulenze gratuite indicando strumenti finanziari nei commenti ai miei articoli
    2. Ad oggi ho scritto quasi 70 articoli, alcuni dei quali sono praticamente delle consulenze gratuite, descrivendo più o meno tutti gli strumenti finanziari presenti sui mercati

    Rispondo alla tua domanda con la seguente riflessione.

    Di strumenti e soluzioni di investimento il mercato è pieno, il problema non è decidere quale acquistare.

    Il punto è individuare la strategia corretta e il progetto finanziario per arrivare all’obiettivo finale.

    Come si può discutere di quale strumento comprare senza un ragionamento approfondito a monte?

    Senza ricevere delle informazioni approfondite e senza aver impostato una pianificazione finanziaria, come posso indicarti se ti conviene acquistare azioni oppure obbligazioni? fondi o ETF? titoli di stato o polizze a gestione separata?

    Oppure banalmente un mix di tutto questo?

    Capisco benissimo che davanti alla domanda “cosa devo fare con i miei soldi?” il mondo degli intermediari finanziari vi abbia abituato a delle soluzioni pre-confezionate con prodotti impacchettati del tipo “guardi, abbiamo questo bfp” oppure “le propongo questo fondo che ha reso bene negli ultimi anni”.

    Peccato che investire soldi sia tutta un’altra cosa.

    Fino a quando non imposti la tua riflessione di gestione del capitale su questo piano non riuscirai mai a trovare lo strumento adatto alle tue esigenze di investimento.

    Il rischio che corri è di rimbalzare da un intermediario all’altro, da un prodotto all’altro o da una frustrazione all’altra, per via del fatto che ti sembrerà di non ottenere mai nessun risultato.

    Prova a ragionare su qual è l’obiettivo finale di utilizzo dei tuoi soldi (non sul rendimento), quanto tempo ti serve per raggiungerlo e se accanto al piano di risparmio che avete giustamente impostato siete disposti ad accettare un po’ di rischio finanziario per accrescere il valore del capitale nel tempo.

    Queste sono riflessioni adeguate per impostare un progetto di investimento che funziona.

    In questo modo ti accorgerai che la scelta dello strumento finanziario da acquistare per costruire il portafoglio sarà la logica conseguenza di un ragionamento adeguato di pianificazione finanziaria.

  • AvatarUser default avatar
    Riccardo
    13/5/2018
    Rispondi

    Ciao articolo utilissimo adesso so su cosa investire…

  • User avatar
    Matteo Biancolini
    13/5/2018
    Rispondi

    Ottimo Riccardo! Mi fa molto piacere.

  • AvatarUser default avatar
    Federico Budassi
    19/4/2017
    Rispondi

    Grande Matteo!

    Articolo utile ed interessante, come al solito.

    Saluti

  • User avatar
    Matteo Biancolini
    19/4/2017
    Rispondi

    Ciao Federico!

    Grazie mille per le belle parole.

    Quel “come al solito” mi carica e mi spinge a continuare.

  • AvatarUser default avatar
    Stefano
    19/4/2017
    Rispondi

    Ma..guarda..articolo molto bello..forse per qualche anno fa magari..io fossi in te visto che siamo nel 2017 un’aggiornata me la darei(senza offese)..ci sono strumenti molto validi,da gestione bassa a molto alta in base alla capacità e al tempo a disposizione..con profitti ragionevoli e a costi veramente irrisori..

  • User avatar
    Matteo Biancolini
    19/4/2017
    Rispondi

    Ciao Stefano, grazie per il commento, ma scusa in che senso?

    Cosa intendi per “da gestione bassa a molto alta in base alla capacità e al tempo a disposizione…con profitti ragionevoli e a costi veramente irrisori“?

    Il senso dell’articolo era proprio che si tratta di strumenti che andavano bene in passato, ma che oggi non sono più così convenienti come una volta (a parte i Bfpi).

    Ma forse non ho capito bene a cosa ti riferisci.

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26/4/2024
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