Scegliere la banca a cui affidarsi è un’operazione da ponderare meticolosamente.
Si tratta del soggetto a cui consegniamo in custodia i nostri soldi, quindi il livello di attenzione deve essere come minimo pari a quello che metteremmo in un matrimonio.
Inoltre, la relazione va coltivata e, se per caso non dovesse essere soddisfacente nel tempo, si può anche pensare ad una “separazione”.
Ma come scegliere la banca giusta? Quali variabili tenere in considerazione?
Vediamo in questo articolo quali sono i fattori di distinzione e perché commettiamo spesso lo stesso errore.
L’errore comune
Mediamente le persone hanno due modi di valutare se aprire un conto corrente presso una banca:
- I costi
- Il tasso di interesse sui depositi
Rispondi a queste semplici domande:
Qual è la banca che costa meno in assoluto?
E quella che rende di più?
Fammi indovinare, non hai la risposta per nessuna domanda, vero?
Sai perché?
Perché non sono parametri rilevanti nella decisione.
Ormai i servizi bancari di base offerti dagli istituti di credito sono pressoché tutti uguali.
Non a caso vengono offerti gratuitamente o ad un bassissimo costo.
Inoltre le differenze sui tassi di interesse sono così irrilevanti che non vale la pena considerarlo come parametro dirimente.
Come scegliere la banca giusta
Ecco invece una lista di variabili da considerare per scegliere la banca giusta:
- La sua presenza ubiqua
- La qualità del customer service
- La solidità patrimoniale
- La funzione prevalente
1. La presenza ubiqua
Valutare questo aspetto significa scegliere una banca che possa essere utilizzabile praticamente ovunque.
Si, lo so.
La Cassa di Risparmio di Vattelapesca sotto casa tua è comoda perché ci lavora il cugino o l’amico del padre…
Ma siamo sicuri che sarà possibile pagare in tutta Europa con la loro carta di pagamento?
E se dobbiamo prelevare e non troviamo i loro bancomat una volta fuori provincia?
Prelevare da un bancomat di altra banca ha un costo salatissimo.
Il consiglio che ti offro è di prediligere una banca online che, costando meno in assenza di una presenza fisica, ti da la possibilità di compiere le operazioni di base almeno in tutta Europa.
2. La qualità del customer service
Questo punto non lo considera mai nessuno.
Eppure è assolutamente fondamentale.
Stai tranquillo/a, prima o poi ti capiterà di imbatterti in un problema con la tua banca.
Non deve necessariamente essere una cosa grave, basta un semplice problema tecnico, come il caso del Banco Popolare di Milano.
A quel punto avrai bisogno di qualcuno che te lo possa risolvere velocemente e senza causare ulteriori danni.
Un Customer Service che possa essere raggiunto in orari fuori ufficio e che ti dia risposte esaustive e risolutive è….priceless!
3. La solidità patrimoniale
Già sento i pensieri nella tua testa: “se il punto di prima mi ha fatto storcere la bocca, questo mi fa letteralmente ridere. Cosa devo diventare, un analista finanziario per scegliere una Banca?”.
Ti capisco, ma in realtà non è così.
La solidità patrimoniale di una Banca è data dalla sua capacità di reggere l’urto e il peso di non vedersi restituire i prestiti che ha elargito.
Quando non riesce a recuperarli si parla di sofferenze e crediti deteriorati.
In termine tecnico si chiamano NPL (Non-Performing-Loan) e rappresentano l’ago della bilancia tra una banca sana e una malata.
Una banca che ha in pancia toppi NPL in rapporto ai profitti che porta a casa, rischia di rimanere schiacciata dal peso di questo insopportabile fardello.
Ma come si fa a capire quali sono le banche sane, senza troppi NPL nei loro bilanci?
A fare questa analisi ci pensa l’autorità europea di vigilanza e controllo delle banche (EBA) che a scadenze regolari effettua gli ormai noti Stress Test, ovvero delle vere e proprie verifiche sulla tenuta patrimoniale degli istituti di credito.
Esiste una lista con i “voti”, proprio come per gli esami di maturità.
Se vuoi puoi controllare se la tua Banca o quella con cui vorresti aprire il conto ha ricevuto un voto positivo oppure no.
Per guardare come si è comportata la banca di tuo interesse devi cliccare sul link con la lista degli istituti valutati (vedi figura)
Voglio però darti un altro parametro per capire se devi alzare le antenne o se puoi scegliere tranquillamente: il tasso di interesse sui depositi.
Se il tasso di interesse che la Banca ti offre per aprire il conto corrente è di molto superiore all’inflazione…allarme rosso!
Significa che la Banca sta cercando di raccogliere liquidità ed è disposta a pagare un prezzo più alto per averla, e non vorrei essere io a scoprire il perché.
In linea generale, cerca di mantenere la tua scelta su Istituti notoriamente storici e di evitare piccole realtà locali esposte a rischi maggiori (vedi il caso Banca Marche, Banca Etruria, Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca ecc…).
4. La funzione prevalente
Eccoci finalmente al punto cruciale.
Pochissima gente distingue le banche in base alla funzione.
Stiamo parlando di strumenti, motivo per il quale vale la pena selezionarle secondo l’obiettivo specifico, per non mischiare le grandezze e confondere le risorse da utilizzare per le spese, quelle per risparmiare e quelle per investire.
Come sappiamo, 3 è il numero perfetto, perciò possiamo indicarlo anche per il numero di banche da avere.
I diversi conti corrente andranno separati a seconda della loro funzione:
- Un conto corrente primario per la ricezione dello stipendio e per le spese varie;
- Un conto corrente secondario per fare back up e per depositare le somme da risparmiare;
- Un conto corrente dedicato solo ed esclusivamente agli investimenti.
A questi aggiungerei anche un conto deposito da collegare al conto primario e da dedicare esclusivamente alla costruzione e al mantenimento del fondo di emergenza.
I rischi da evitare
Tenere solamente un conto corrente comporta due grossi rischi:
- Incorrere nel fallimento della Banca;
- Incorrere in un temporaneo problema tecnico.
Sappiamo tutti che esiste il fondo di sicurezza interbancario che tutela i depositi fino a 100.000 €, ma sappiamo anche quali sono i tempi di azione di questa tutela?
Quanto tempo passa dal momento in cui ti viene bloccato il conto corrente al momento in cui potrai riavere accesso ai tuoi soldi?
Sei veramente sicuro di voler correre questo rischio?
La stessa logica si applica al secondo caso, ovvero un temporaneo problema tecnico.
Cosa succede se la tua banca ha un interruzione del servizio per manutenzione? O se il bancomat è momentaneamente fuori uso?
Rimani senza la possibilità di prelevare o di effettuare pagamenti?
Avere almeno due conti correnti con un po’ di liquidità su ciascuno aiuta ad evitare questo tipo di inconveniente.
4 passaggi verso la scelta migliore
Ora riepiloghiamo come scegliere la banca giusta:
- Scegli una banca (preferibilmente online) a cui affidare il tuo conto corrente principale, che risponda positivamente alle variabili viste sopra. Su questo conto passeranno l’accredito dello stipendio e tutti i pagamenti vari: bollette, assicurazione, bonifici, spesa, mutuo, affitto, ecc.
- Battezza un conto deposito e collegalo al tuo conto corrente principale: qui fai convogliare i risparmi da dedicare al fondo di emergenza.
- Scegli un conto corrente secondario: questo conto svolge una funzione di back up rispetto al conto primario. Puoi depositare una piccola cifra, in caso di necessità e puoi usarlo per i risparmi in attesa di investimento.
- Scegli un conto per investire, che abbia una piattaforma efficiente e aperta a più mercati possibili. Se vuoi semplificare ulteriormente puoi far si che questo conto sia lo stesso del punto 3. Se sei interessato, all’interno del nostro servizio abbiamo effettuato un’analisi completamente indipendente delle migliori banche/piattaforme. Puoi accedere gratuitamente per visionarla.
Grazie della risposta.
Quelle citate sono parole mie, derivanti comunque da quanto dettomi dal PFA.
Del blog ho letto molto (compreso l’articolo sui metodi di pagamento che citi, proprio grazie al quale ho scoperto blog ed N26), tuttavia nulla che mi abbia fatto comprendere come usare, eventualmente, le mie sole risorse per i miei investimenti (e giustamente i tuoi segreti non verresti a dirmeli gratis, ci mancherebbe!).
La pianificazione bene o male ce l’ho, ho degli obiettivi a lungo, medio e breve termine, con tanto di budget, ed abbastanza definiti, ma ciò non è sufficiente a mettersi a fare trading o altro, a mio avviso.
Pertanto, non avendo assolutamente tempo a sufficienza e competenze tecniche adeguate, la soluzione del mio PFA è, oltre che la più comoda, anche la più sicura per chi non sa dove mettere mani, non credi?
Scusa il ritardo nella risposta, ma avevo dimenticato di seguire la discussione con le notifiche via mail! ‘-.-
Angelo, sul fatto che sia una soluzione molto comoda non ci sono dubbi.
Però attenzione, perché comodità e risultato di qualità difficilmente vanno di pari passo.
Chiaramente non posso valutare in un commento ad un articolo la validità e l’efficienza di un particolare strumento finanziario.
Non è il luogo adatto e comunque mi mancano tante informazioni.
Però ti chiedo: vale veramente la pena rinunciare ad andare un po’ più in profondità, per via della comodità?
Capisco bene che sembra una materia ostica e difficile.
Del resto fanno di tutto per mandare il messaggio che non sia possibile capire realmente e riuscire a fare delle scelte autonome.
Purtroppo tanta gente pensa che “scelte autonome” = trading (online) = “mi costruisco il portafoglio e me lo seguo da solo”.
E’ un po’ come se volessi curarmi da solo, senza essere medico…
Ciò non toglie però che io voglia essere in grado di prendere delle decisioni autonome sulla mia salute, no?
Hai fatto bene a fare tante domande al PFA, ma non fermarti qua.
Vai avanti, ancora più in profondità!
Quello che io mi chiedo sempre è se tale soluzione rispecchia i miei obiettivi di investimento, ha dei costi efficienti ed è tarata sul mio profilo di rischio.
In poche parole, le domande a cui rispondere sono:
Questo investimento è legato ad un obiettivo specifico?
Vado a letto tranquillo sapendo che i miei soldi sono investiti in quel fondo?
Mi costa il giusto rispetto al rendimento potenziale?
Per me la regola di base vale sempre e comunque: se non capisco fino in fondo cosa sto facendo, mi fermo e non faccio nulla.
Ciao Angelo,
io sto usando da qualche mese N26 e mi trovo molto bene. Come dici tu offre solo servizi di base, conto e carta, ma è molto comodo perchè hai un riscontro immediato (in tempo reale!) delle spese effettuate e puoi fare velocemente bonifici o trasferimenti di denaro sia su conti tradizionali che direttamente ad altri utenti N26 (questi ultimi sempre in tempo reale).
La registrazione è stata immediata (con passaporto) e la carta è arrivata dopo circa 10 giorni.
Grazie mille della testimonianza.
Purtroppo non ho il passaporto e farlo solo per avere un conto in più capirai che non conviene! 😀
Ciao Matteo,
ho un conto con Fineco dal 2006 e recentemente, più per curiosità, ne ho aperto uno con Widiba.
Ero tentato ad aprirne uno con N26 (ma serve il passaporto o la CIE che nel mio comune non è ancora attiva). Ho comunque visto che offre solo i servizi base del conto, che lo farebbero ricadere nella categoria di conto n. 1.
Cosa pensi di queste due banche (Widiba e N26)?
Altro quesito.
Non ho mai avuto molti risparmi, ne ho il tempo e la voglia di informarmi in maniera più approfondita rispetto a quanto tratti nel blog, per cui mi sono trovato a contattare Fineco per farmi assegnare un PFA.
L’ho giustamente tempestato di domande su fondi, obbligazioni, azioni, ETF e fondi di fondi e mi ha ovviamente suggerito i Core Series (in particolare il Dividend, azionario) come PAC (posso mettere si e no, al momento, solo 100 € al mese) spiegandomi che alla lunga (60+ mesi) conviene, perché comunque le azioni crescono, il mercato (auto, cellulari, etc.), salvo gravi problemi (Ken Shiro, Godzilla e via dicendo), cresce.
Gli ETF me li ha sconsigliati perché sostiene, nonostante costino meno, seguono la borsa e quindi salgono e scendono senza dare un profitto molto positivo (rispetto alle azioni suppongo, ed effettivamente la crescita del Core Dividend è piuttosto alta).
Può anche essere che a un micro-risparmiatore come me non consiglino strumenti altamente personalizzati perché richiedono un certo capitale e i PFA, giustamente, devono comunque guadagnarci, per carità, è il loro lavoro.
Cosa ne pensi in merito?
Grazie, e scusa la prolissità! 😀
Ciao Angelo,
per quanto riguarda le Banche che citi, N26 la sto monitorando da tempo.
Infatti l’ho anche inserita in un recente articolo in cui parlo delle migliori app per trasferire denaro (questo:https://www.mypecunia.com/le-10-migliori-app-trasferire-denaro/).
Come dici anche tu, penso che possa essere una soluzione valida come conto di riferimento per le spese quotidiane.
Ho comunque in mente di scrivere un articolo più dettagliato in un prossimo futuro.
A prescindere da quale scegli, fammi poi sapere la tua esperienza, perchè mi interessa.
Per quanto riguarda l’altra domanda, io penso che, di partenza, senza una pianificazione finanziaria adeguata sia pressoché impossibile fare delle valutazioni di merito su una o l’altra soluzione.
Senza certe informazioni non c’è modo di capire se uno strumento è adatto alle esigenze di investimento.
Trovo poi banale la frase che depenna gli ETF in quanto “seguono la borsa e quindi salgono e scendono senza dare un profitto molto positivo“.
Come se la performance fosse legata alla macro-categoria.
Della serie “Azioni” si, “Obbligazioni” no, “ETF” forse…
Qualcosa mi dice che non c’è dietro un gran ragionamento di carattere finanziario da parte del summenzionato PFA, quanto piuttosto un reale obiettivo di collocamento di un prodotto.
Ma per carità, magari mi sbaglio io eh…
Nonostante la tua proclamata riluttanza, ti consiglio comunque di leggere qualche articolo in più di questo Blog.
Mi pare di capire che ti basterebbero poche letture per superare a destra le competenze del PFA di Fineco.
Il punto è proprio che non ho il tempo materiale per studiare quel tanto che serve di finanza per poter prendere certe decisioni autonomamente. Inoltre, non ho nemmeno un budget sufficiente per poter andare avanti a tentativi ed errori per capire come fare. Ogni tanto leggo, mi informo, ma studiare è un’altra cosa, e ne ho fin troppe del mio campo a cui volente o nolente devo dedicare tutte le mie energie.
La pianificazione e gli obiettivi, ripeto, ce li ho, proverò, col poco tempo che mi rimane, a cercare di informarmi meglio, ma al momento purtroppo il limite è questo…