La Finanza Comportamentale e gli effetti sulle nostre decisioni

Esiste una branca della finanza che studia l’influenza che la psiche umana ha nelle scelte economiche che compiamo tutti i giorni.

Quest’area si chiama Finanza Comportamentale e, grazie ai contributi della psicologia e della sociologia, ci aiuta a capire i processi mentali che si innestano nella nostra testa quando dobbiamo gestire il nostro denaro.

Una delle teorie più famose, che ha dato il via a questa branca, è la Teoria del prospetto, formulata da due psicologi, Daniel Kahneman (vincitore di un premio Nobel) e Amos Tversky.

In questo caso, la parola prospetto significa possibilità, probabilità e riguarda tutte le circostanze in cui ci si trova di fronte ad un evento con più scelte.

I due studiosi di origine israeliana hanno cominciato la loro ricerca partendo da una delle teorie classiche più famose dell’economia, la teoria dell’utilità attesa, ancora oggi studiata in tutte le università del mondo quando si parla di microeconomia.

Forse non ne hai mai sentito parlare, ma i suoi effetti ti riguardano quotidianamente.

La teoria dell’utilità attesa entra in gioco quando siamo al supermercato e dobbiamo decidere quale passata di pomodoro comprare, oppure quando andiamo in vacanza, e dobbiamo scegliere se fare due settimane al mare o una settimana all’estero.

Questa teoria si occupa quindi di definire il modo in cui prendiamo le nostre decisioni economiche e descrive l’essere umano come Homo Economicus, ossia un soggetto perfettamente logico, in grado di valutare e propendere sempre per la scelta economicamente ottimale, razionale e quindi più conveniente.

La teoria del prospetto

La teoria del prospetto parte da qui e va oltre, andando a scalfire alcuni capisaldi della teoria classica.

La verità è che, in campo economico, noi esseri umani non facciamo sempre la scelta ottimale.

I nostri comportamenti sono spesso controintuitivi e irrazionali.

Quando siamo posti di fronte ad una decisione, ci sono altri fattori che scendono in campo e che governano le nostre scelte.

Come mai? Cosa ci induce a prendere delle decisioni meno efficienti?

Bè, perché qualsiasi decisione dobbiamo prendere, noi non possiamo eliminare del tutto il fattore emotivo.

Che ci piaccia o no, le emozioni governano la maggior parte dei nostri comportamenti, a maggior ragione quelli di carattere economico.

A tal proposito, i due psicologi hanno identificato empiricamente almeno 3 fattori rilevanti che ti faranno dire “ah si ecco, è vero”. Vediamoli insieme:

  1. Effetto contesto

Si dice che prima di giudicare qualcosa bisogna sempre contestualizzarla.

Effettivamente l’ambiente che ci circonda gioca un ruolo fondamentale nell’influenzare i nostri comportamenti.

In ambito economico, il modo in cui un problema viene formulato può addirittura cambiare la reazione dell’individuo.

In pratica, se il problema viene presentato in modo positivo, valuteremo la scelta come “potenziale guadagno” e la affronteremo con tranquillità, e opteremo per il risultato che ci offre la certezza dell’esito, mentre se la scelta si presenta in modo negativo, sotto forma di “potenziale perdita”, allora entreremo nel mondo delle probabilità e saremo propensi a “giocarci le nostre carte” con il fato.

  1. L’avversione alle perdite

Pensaci bene, se dovessi scegliere solo una opzione tra evitare una perdita o ricevere un potenziale guadagno, probabilmente opteresti per la prima soluzione.

La tua mente corre subito ai ripari e cerca di evitare una situazione giudicata come “rischiosa”, senza valutare se sia la scelta ottimale.

Inoltre, se un individuo subisce una perdita e successivamente riceve un guadagno di pari importo, nella sua mente le due operazioni non risulteranno come “annullate”, piuttosto verrà percepita una sensazione di disagio, perché l’attenzione sarà focalizzata sulla perdita.

Anni fa alcuni scienziati hanno fatto un esperimento.

Hanno preso un gruppo di scimmie e gli hanno dato una mela a testa.

Le scimmie erano contente.

Poi hanno preso un altro gruppo di scimmie e gli hanno dato due mele ciascuna.

Poi ne hanno tolta una a tutte.

Le scimmie erano furiose, eppure avevano ricevuto lo stesso “guadagno” del gruppo precedente.

Eppure nella loro mente era come se avessero subito una perdita.

Ora prova a mettere questo aspetto in relazione al punto precedente.

Se ti pongono una scelta come una potenziale perdita, invece che come un mancato guadagno, la tua reazione e probabilmente la tua decisione al riguardo potrebbe essere anche molto diversa.

  1. Effetto isolamento

Qui la nostra mente è molto furba.

Visto che fa fatica a processare tante informazioni complesse, tutte insieme, decide di selezionarne ed isolarne solo alcune, senza considerarle tutte.

Il rischio diventa quindi di non fare scelte corrette perché non basate sulle giuste informazioni.

I due psicologi hanno dimostrato che, in condizioni d’incertezza, la nostra mente ha la tendenza a semplificare al massimo il flusso di informazioni che riceve e deve processare, finendo per ragionare secondo euristiche (scorciatoie di pensiero), che hanno l’effetto di indurci in comportamenti non in linea con le famose scelte razionali dell’ Homo Economicus descritte nella teoria classica.

Sintesi

Facciamo un riepilogo.

Le emozioni umane influiscono e alterano il modo in cui prendiamo le decisioni in campo economico.

Tali emozioni sono condizionate da:

  1. Il contesto di riferimento, ossia il modo in cui ci vengono presentate le scelte che dobbiamo compiere
  2. La tendenza a tenere in considerazione maggiormente le perdite, o ciò che riteniamo tali.
  3. La tendenza a selezionare solo alcune informazioni, dimenticandoci delle altre

Conoscere queste dinamiche della finanza comportamentale può aiutarci a prendere decisioni economiche più consapevoli ed ottimali, evitando quindi di cadere nei tipici errori in cui ci induce la nostra mente.

Quando siamo di fronte ad una scelta di tipo economico le nostre emozioni concorrono ad influenzare il risultato finale, ma non devono rimanere l’unico fattore determinante.

Deve necessariamente subentrare anche la parte razionale che possa aiutarci ad impostare la scelta migliore.

In alcuni frangenti è necessario avere la capacità di fermarsi a riflettere e valutare tutte le opportunità adeguatamente.

La cosa importante è sempre tenere a mente il quadro generale all’interno del quale ci stiamo muovendo.

Quando dobbiamo prendere una decisione su come utilizzare i nostri soldi, poniamoci le seguenti domande:

  • Questa decisione va nella direzione del mio piano?
  • Questa decisione mi fa stare tranquillo/a oppure mi mette ansia? Se ho dell’ansia, da cosa deriva?
  • Quali sono gli effetti di questa decisione sulle azioni che ho messo in atto fino ad oggi?

Se vuoi approfondire l’argomento della finanza comportamentale e dei suoi effetti sulla nostra mente, puoi leggere l’articolo dove parlo dei conti mentali e degli errori che compiamo quando gestiamo i nostri soldi.

Commenti
  • AvatarUser default avatar
    Eugenio Flajani Galli
    7/11/2022
    Rispondi

    MOLTO INTERESSANTE QUESTO ARTICOLO, SOPRATTUTTO PER METTERE IN RISALTO UN’AREA DELLA PSICOLOGIA E DELLA FINANZA FIN TROPPO SPESSO INGIUSTAMENTE IGNORATO, QUALE LA FINANZA COMPORTAMENTALE

  • User avatar
    Matteo Biancolini
    21/2/2023
    Rispondi

    Grazie Eugenio, effettivamente il tema della finanza comportamentale è centrale nella corretta gestione dei propri investimenti.
    Il suo ruolo è tanto importante quanto ignorato.
    All’interno di Investitore Strategico cerchiamo quotidianamente di offrire consigli e metodologia per acquisire le competenze di educazione finanziaria che servono per gestire al meglio i propri investimenti.
    La differenza rispetto a chi non ha queste competenze è abissale.

    Matteo

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