In questo articolo ti mostro come investire in azioni e quali sono gli aspetti fondamentali e gli indicatori da tenere in considerazione per investire in borsa, utilizzando questo strumento finanziario.
Non solo, ti spiegherò perché per investire correttamente in azioni è necessario un processo lungo e approfondito, lo stesso utilizzato da investitori che hanno raccolto risultati eccellenti.
Questo articolo è molto dettagliato, perché sui mercati finanziari non ci sono free lunches (pasti gratis) e se vuoi ottenere dei risultati concreti devi studiare, fare analisi e approfondire le tue conoscenze.
Niente scorciatoie o soffiate veloci, sorry!
Qualcuno ha detto che investire in azioni è più un’arte che una scienza.
Leggendo ti accorgerai come effettivamente si tratti di un percorso a tappe, in cui l’ultimo passaggio è una profonda riflessione personale.
Ma non ti anticipo nulla…
Per ora ti basti sapere che nessuno ha in mano la bacchetta magica.
Non esistono numeri o indicatori in grado di darti “a colpo d’occhio” la dritta se comprare o vendere un’azione.
Se fosse così, io non avrei nulla da scrivere…
…e tu nulla da scoprire!
Dove cominciare?
Partiamo subito con una distinzione di base.
Se non la faccio non possiamo capirci.
Per investire in azioni hai a disposizione due strade:
- L’analisi tecnica
- L’analisi fondamentale.
1. L’ANALISI TECNICA
Questo tipo di analisi si basa sull’idea che se osservo l’andamento passato dei prezzi delle azioni, posso essere in grado di predire, con una certa accuratezza, dove andranno in futuro.
Di fatto è più adatta ad un investimento di tipo speculativo.
Infatti e’ quella preferita dai trader.
La usano sia quelli che guardano i movimenti dei prezzi tutti giorni, sia quelli che implementano delle strategie e degli algoritmi (trading system) per “tradare” solo 10 minuti al giorno.
Però non mi dilungo troppo su questo punto per due motivi:
- Il dibattito sulla sua efficacia è aperto e vibrante
- Non è l’oggetto di questo articolo
2. L’ANALISI FONDAMENTALE
La differenza è tanto importante quanto distinguere l’acqua dal fuoco.
Si tratta di metodi diversi per raggiungere obiettivi COMPLETAMENTE diversi.
Ma in che senso? Non stiamo sempre parlando di investire in azioni?
Eh no, non proprio…
Investire in azioni è una cosa particolare.
Come descritto nello spettacolare libro di Benjamin Graham The Intelligent Investor:
“…un’operazione di investimento è tale se, a seguito di un’analisi dettagliata, promette la sicurezza del capitale e un adeguato ritorno.
Tutte le operazioni che non rientrano in questa fattispecie sono speculative.“
Investire significa quindi andare alla ricerca del valore.
Un valore profondo, strutturale e soprattutto ricorsivo.
Per fare un paragone, non sto cercando un corridore che faccia i 100 metri, ma l’atleta che corra la maratona.
Investire significa ragionare in termini di creazione costante di benessere e di ricchezza.
Se cerchi un guadagno immediato, molto probabilmente non stai pensando a come si comporterà l’azione tra 3-5 anni.
Ti interessa come si muoverà nelle prossime 3-5 ore…o 3-5 minuti…
E riprendendo la definizione di Graham, delle due tecniche citate, l’analisi fondamentale è quella che si utilizza per investire.
Questo tipo di analisi si basa sull’assunzione che il prezzo di un’azione deve incorporare il reale valore della relativa società.
L’obiettivo è quindi quello di analizzare i dati fondamentali dell’azienda (bilanci, business plan e prospetti ufficiali) per capirne il valore e valutare se l’acquisto o la vendita di quell’azione è un buon affare o meno.
La visione d’insieme
Pensaci un momento.
Aldilà dei freddi numeri, c’è un che di filosofico nell’analizzare le azioni e le aziende.
Scoprire come funzionano le azioni e come si muovono sul mercato ti aiuta a capire come funziona il mondo e in che direzione sta andando.
Di fatto, analizzare le aziende è come avere un osservatorio speciale sul cambiamento in atto.
Una comoda poltrona in prima fila per guardare il film sulla “storia dell’umanità”.
Ad esempio, chi analizzava azioni negli anni ’80 ha visto il mondo “aprisi” e slanciarsi verso il nuovo millennio.
In quegli anni sono cadute molte barriere culturali, fisiche e geografiche, sintetizzate dalla caduta del muro di Berlino e dall’avanzamento delle prime tecnologie informatiche.
Ad impersonificare ideali e valori di libertà personale e di espressione abbiamo visto realtà come:
- APPLE con il suo Macintosh
- SONY con il suo Walkman
- NINTENDO con giochi come Pac-Man e Super Mario Bros.
Già 10 anni dopo, negli anni ’90, il mondo è cambiato completamente.
Le parole d’ordine sono diventate globalizzazione, unificazione e comunicazione.
- NOKIA introduce nelle nostre vite i primi telefoni cellulari
- MICROSOFT lancia il suo famosissimo Windows 94
- HOTMAIL diventa il più popolare sistema di posta elettronica al mondo.
E oggi?
Connettività, socialità e scambio rappresentano i nuovi mantra.
Quali realtà riusciranno a trasmettere questi valori mediante i loro prodotti e servizi?
Vedi? Puoi letteralmente guardare il mondo che cambia di fronte a te.
Non lo trovi estremamente interessante e stimolante?
Come investire in azioni
Molte persone sono convinte che fare analisi fondamentale voglia dire leggersi 150 pagine di bilancio e di note informative, preparando complicati fogli excel, con formule per calcolare multipli e matrici SWOT (cosa?).
No! Investire in azioni non si può ridurre solo a questo.
Più avanti vediamo anche quali indicatori guardare.
Prima però devi avere pazienza e capire un passaggio chiave.
IL VALORE E’ OVUNQUE.
Per imparare ad investire in azioni bisogna alzare la testa e guardarsi attorno.
Le informazioni rilevanti per scovare il vero valore di un’azione sono costantemente sotto i nostri occhi, 24 ore su 24.
Quello che sto cercano di dirti è che il mondo è fatto di aziende che mettono sul mercato prodotti e servizi che ci servono e che utilizziamo quotidianamente.
Investire in azioni non si riduce ad un mero “impulso informatico” lanciato dal proprio Home Banking.
Stiamo parlando di realtà vere che producono soluzioni concrete:
- Pensa alla marca di cereali che mangi la mattina a colazione.
- O alla marca di scarpe che indossi per andare a correre.
- O allo shampoo che usi per lavarti i capelli.
Vuoi capire come investire in azioni?
Comincia a guardarti intorno e osserva cosa acquisti.
Non hai bisogno della soffiata del cugino di secondo grado per dirti qual è una buona azione.
Guarda la cronologia del tuo browser…quali sono gli ultimi siti che hai visitato (ehm si…volendo anche quelli li…leggi qui).
Pensa ai prodotti e ai servizi che ti danno la maggiore soddisfazione e voilà, hai già una bella lista di potenziali indiziati.
A questo punto puoi cercare di capire se questa tua soddisfazione è condivisa da altre persone.
Se è così, hai già fatto dei passi da gigante.
Puoi farti una lista dei tuoi 15-20 marchi preferiti e cominciare ad elencarne pregi e difetti.
Sai come?
- Fatti un giro a piedi per la tua città con la testa alzata, invece che bassa sul telefono (quello lascialo a casa…e poi aggiungilo alla tua lista, va là…).
- Guarda quali negozi sono pieni e quali sono vuoti.
- Osserva i nomi sulle borsine delle persone (dove hanno fatto acquisti?).
Insomma, devi sprigionare curiosità e devi farti tante tante domande.
Hai visto?
Non hai ancora letto una riga di bilancio e hai già capito molte più cose di chi sta chiuso in un ufficio tutto il giorno a cercare di valutare aziende guardando freddi numeri al computer.
LA STRATEGIA
Come ripeto costantemente sulle pagine di questo Blog, nella gestione del proprio denaro, la strategia è la cosa più importante di tutte.
Avere una strategia significa applicare un metodo, cioè avere una determinata forma mentis.
Perciò, lascia che ti spieghi qual è la corretta strategia di chi sa come investire in azioni.
Fare analisi fondamentale, nel concreto, significa scrivere una storia.
Si, storia è proprio la parola giusta.
Quando si investe in azioni è fondamentale riuscire ad avere una storia che abbia senso nella propria testa.
Per farlo devi immaginare di essere tu a prendere il controllo dell’azienda che stai valutando.
Del resto, acquistando delle azioni diventi in quota-parte un proprietario dell’azienda.
Immagina di andare dall’altra parte del tuo schermo e di sederti sulla poltrona dell’amministratore delegato della società su cui vuoi investire.
A questo punto comincia a chiederti:
- Come devo amministrare questa società affinché continui a portare valore ai clienti, ai dipendenti e agli azionisti?
- Quali strategie devo applicare?
Lo so, queste non sono per nulla domande banali.
ESEMPIO: IL CASO FACEBOOK
Immagina di sederti al posto di Mark Zuckerberg.
Hai creato un social network che piace moltissimo.
Devi decidere se spendere 19 miliardi di dollari per comprare un’applicazione per scambiare messaggi che guadagna “appena” 20 milioni di $ all’anno.
Che cosa fai?
Pensi: ma cosa spendi tutti ‘sti soldi per un’app gratuita? al suo posto avrei puntato sugli investimenti in pubblicità.
O ancora: ha fatto bene, si è comprato un competitor della sua “messenger”, per rubarne gli utenti.
Tu cosa ne pensi?
Mark alla fine quei soldi li ha spesi e l’app se l’è comprata (e non è stata la prima volta).
Nonostante l’incredibile esborso di soldi il mercato non ha penalizzato la scelta anzi, l’ha premiata.
Ma per capire realmente la bontà di questa operazione bisogna andare nel dettaglio.
L’analisi va fatta sulla base di quanti più dati e quante più informazioni si possano reperire.
Peter Lynch, uno dei più grandi investitori al mondo, ha scritto un famosissimo e bellissimo libro al riguardo: One Up on Wall Street
Al suo interno spiega che la storia dell’azione su cui vuoi investire deve continuamente avere senso.
Cosa intende?
Quando parla di storia intende la comprensione di cosa sta veramente dietro un’azione, quali obiettivi sta cercando di raggiungere quell’azienda e soprattutto cosa sta facendo per arrivarci!
La storia va oltre l’analisi dei numeri.
I numeri rappresentano un pezzo a supporto della narrazione completa.
E Lynch, con la sua frase, intende dire che, nel momento in cui la storia che hai scritto non è più aderente con la realtà, è il momento di uscire dall’investimento e passare a lidi migliori.
Ma come si fa a capire se tale storia ha un senso?
Bene, la prima cosa da fare è preoccuparsi di capire come funziona il business dell’azienda.
INVESTI IN CIO’ CHE CAPISCI.
Ci sono casi in cui riconoscere l’attività principale di un impresa sembra difficile e altri in cui sembra facilissimo.
Ecco due esempi che ti faranno ricredere di tutte le tue credenze.
Partiamo dall’esempio facile.
ESEMPIO: IL CASO SKY
Qual è il business del Gruppo SKY?
Facile no?
E’ far crescere il fatturato delle imprese…
Non mi dire che pensavi che fosse la pubblicità…o peggio ancora, la programmazione televisiva!
L’obiettivo principale di una Media Company come SKY è quello di “vendere attenzione”.
A chi? Alle aziende che hanno bisogno dell’attenzione delle persone (risorsa scarsissima) per vendere i loro prodotti e servizi e aumentare i loro fatturati.
Perciò SKY crea o compra contenuti sotto forma di programmazione televisiva, prodotti dalle risorse generate grazie alla vendita delle inserzioni pubblicitarie.
Ci siamo?
Il motivo per cui ha speso 400 mln di euro per accaparrarsi il diritto di trasmettere la Champions League è la consapevolezza di acquistare un quintale di attenzione, da poter poi veicolare verso la pubblicità, la quale alzerà i fatturati delle aziende loro clienti.
ESEMPIO: IL CASO MCDONALD’S
Ok, andiamo adesso sull’esempio difficile.
Qual è secondo te il business di McDonald’s?
McDonald’s si occupa dell’acquisto e dell’affitto di proprietà terriere ed immobiliari.
Eh già, il loro focus non sono gli hamburger…
…anzi, lo sai che con la vendita dei panini vanno a mala pena in pareggio?
Se quando entri non ti vendono le patatine e soprattutto le bevande e i dolci, non portano a casa molto alla fine della giornata.
Se vuoi approfondire leggi La vera storia del genio che ha fondato McDonald’s
O in alternativa guarda il film che ne mostra le vicende: The Founder
Ora, la prima grande cosa da fare per poter investire correttamente in azioni è capire qual è il business delle aziende su cui vogliamo investire.
Saltare questo passaggio diminuisce di molto le probabilità di intuirne i comportamenti e se l’azione è conveniente oppure da buttare.
Ad esempio, un investitore disattento potrebbe guardare il menù di McDonald’s più di quanto non si preoccuperebbe di guardare la zona dove viene installato.
Perciò assicurati di investire solo in cose che capisci!
Perfino Peter Lynch, uno che gestiva un fondo di investimento da qualche miliardo di dollari (14 per la precisione), si rifiuta di investire in aziende tecnologiche perché dice (ironicamente) di essere vecchio e di (meno ironicamente) non capirci nulla.
Se un investitore del suo calibro ha la lucidità e l’umiltà di dire una cosa del genere, penso che possiamo tutti emulare questo comportamento senza problemi.
Rincorrere la nuova azione strabiliante del settore della realtà virtuale, che promette ritorni da capogiro, magari arrivata tramite una “soffiata” del parente di turno o sentita al ristorante o al circolo è proprio ciò che fa andare con le gambe all’aria.
Di fatto ti devi un po’ appassionare al business delle azioni su cui investi.
Anche perché dovrai continuare a seguirlo nel tempo, valutarne le mosse e ragionare sulle scelte strategiche.
Insomma, te l’ho detto poco fa, devi immaginarti al posto di comando dell’amministratore delegato.
Capisci come questo processo sia tutt’altra cosa rispetto al trading intraday (quello delle compravendite giornaliere) o anche della ricerca del guadagno dai movimenti tecnici delle azioni?
Chi fa trading cerca la speculazione, mentre un amministratore delegato serio di un’azienda solida ha a cuore la crescita sostenibile e costante della sua realtà.
Se non riesci ad immedesimarti, pensa a come vorresti che venisse gestita casa tua.
Utilizza lo stesso livello di cura e di premura e vedrai che capirai molto meglio se un’azienda sta facendo bene o se sta facendo male.
Chiaramente non finisce tutto qua.
Anzi, il lavoro da fare è molto, ma del resto stiamo parlando di investire in borsa e di come selezionare azioni, non caramelle o buoni fruttiferi postali.
La giusta forma mentis
Un buon investitore dedica ai propri investimenti per lo meno lo stesso tempo che impiega per comprare il telefono, una macchina o la casa.
Non solo!
Un buon investitore ha degli atteggiamenti mentali vincenti.
Nella gestione del denaro il carattere e la mentalità sono tutto.
Ecco cosa caratterizza un investitore strategico di ferro.
1. FAI DEI PARAGONI
Se ti dico che le vendite dell’azienda sono salite del 5% sei felice o triste?
Se invece ti dico che i debiti sono saliti del 3% cosa mi rispondi?
Te lo dico io, non sei in grado di dare una risposta (tranquillo, non lo sono neanche io…).
Vedi il punto è che se non utilizzi un termine di paragone non sarai mai in grado di verificare la bontà di una situazione.
E’ come dire se una persona è alta o è bassa…rispetto a chi?
Tornando agli esempi di prima, se un’azienda si trova in un mercato in forte crescita e tutti i competitor hanno ricavi in crescita del 10%, averli al 5% è un segnale da guardare con sospetto e approfondire.
Così come aumentare i debiti del 3%, a fronte di un investimento per far uscire sul mercato un nuovo prodotto o per acquisire un’azienda più piccola potrebbe invece essere ampiamente giustificato.
2. I MOVIMENTI DI BREVE NON CONTANO
Se fai analisi fondamentale i movimenti di breve termine delle azioni contano poco.
O meglio, non sono significativi rispetto alla storia generale.
Quando i numeri e le analisi dimostrano forza e solidità, ma l’azione perde terreno sul mercato, non ti spaventare.
Può darsi che ci sia stato un movimento generale al ribasso del mercato o che un fattore esterno abbia influenzato temporaneamente il settore di appartenenza.
Rimani concentrato sulla tua analisi e sul valore reale dell’azienda sottostante.
L’unico vero momento in cui è il caso di abbandonare la nave è quando la storia non ha più senso.
3. LA PAZIENZA E’ LA VIRTU’ DEI FORTI
Se ti aspetti di raggiungere i tuoi guadagni in un tempo breve, cambia canale…stai guardando il programma sbagliato.
Quando si va alla ricerca del valore reale di un’azienda possono volerci anche degli anni prima di vedere il risultato dell’investimento.
Se questo non ti aggrada, puoi andare a fare trading…
Vai alla ricerca di investimenti che potenzialmente potresti voler mantenere per sempre all’interno del tuo portafoglio (fino a quando non cambia la storia).
E non saltare su un’azione al primo segnale positivo.
Datti il tempo di osservare il tuo potenziale investimento, per capire se ne vale veramente la pena.
4. FAI ANALISI OGGETTIVE
Non perdere la testa per l’azione su cui hai investito.
Ci devi mettere passione, ma non ti devi innamorare.
L’atteggiamento lucido e oggettivo è quello che sa riconoscere quando un investimento non sta andando come dovrebbe, decidendo di chiuderlo, anche subendo una perdita.
Del resto siamo essere umani e anche con tutte le nozioni e le informazioni di questo mondo possiamo sbagliare.
In alcuni casi non dipende nemmeno da noi.
La cosa importante è mantenere la lucidità per riconoscere quando ciò avviene e non perdere il controllo della situazione.
Non ostinarti a tenere in portafoglio un’azione che non sta andando da nessuna parte.
Chiudi la partita e passa a giocare su un altro campo.
5. FAI ANALISI COSTANTEMENTE
Ora questa ti sembrerà strana.
Viviamo nel mondo in cui nessuno ha voglia di fare fatica per nulla…
Se trovo un sistema rapido-veloce-immediato-senza-sforzo lo prendo a mani basse, senza pensare.
Investire in azioni non significa dare un’occhiata veloce a due indicatori e due numeri e capire in un batter d’occhio come stanno le cose.
Poi certo, lo capisco, a parte gli investitori professionisti, se fai un altro lavoro, non puoi certo dedicare 8 ore al giorno all’analisi dei bilanci delle aziende (tra l’altro lasciamelo dire…che palle!).
No, quando ti dico che devi fare un’analisi costante intendo dire che devi entrare nella mentalità dell’investitore strategico.
Abbiamo visto che le opportunità di valutare un investimento sono non-stop e, in fase iniziale, non prevedono l’analisi di una sola riga di bilancio.
Osserva il mondo dal punto di vista del cliente e poi passa dall’altra parte e trasformati in amministratore delegato.
Quello che pensano le banche, i mercati e gli analisti conta poco o nulla di fronte all’opinione dei clienti (tra poco vedrai perché).
Anche dopo aver effettuato l’investimento devi continuare a tenere le antenne ben dritte.
Ok, prima di affrontare il Case Study, vediamo adesso quali sono i principali indicatori da considerare per fare un’ottima analisi fondamentale.
Come fare analisi fondamentale
Andiamo un po’ più nel tecnico, ma è utile per capire di cosa stiamo parlando.
Quando si fa analisi fondamentale si possono fare diverse valutazioni e osservare diversi indicatori.
Di seguito ti mostro i principali, quelli che sono generalmente validi, qualsiasi realtà tu stia analizzando.
Chiaramente poi, per ogni singola azienda e settore ci sarà da fare dei distinguo e si dovrà dare maggiore peso ad alcuni indicatori, piuttosto che ad altri.
1. VENDITE
Sembra banale, ma una realtà che non produce ricavi è destinata a morire nel giro di poco.
In verità non deve solo produrli, ma deve farli crescere con una certa regolarità.
La cosa corretta da fare è quindi prendere gli ultimi 3-5 bilanci e verificare la prima voce del Conto Economico e guardare il trend.
Metti una spunta positiva a fianco di azioni che hanno avuto vendite in crescita costante per un periodo sostenuto.
2. EBITDA
Questo indicatore è semplicissimo da capire.
Ti dice esattamente se il business ha senso o no.
Rappresenta la marginalità della sua attività.
Ma cos’è la marginalità?
E’ l’indicatore della differenza tra quello che guadagna e quello che gli costa guadagnare, nello svolgimento della sua attività principale.
E’ super intuitivo capire che l’EBITDA deve essere positivo e soprattutto deve essere il più ampio possibile.
Ma qual è un buon livello? 7%, 12%, 23%?
Per avere il reale polso della situazione devi metterlo a confronto con gli EBITDA dei suoi principali competitor.
Quando hai un’azienda che, a parità di altri fattori macina EBITDA superiori ai suoi diretti rivali…we have a winner!
3. DEBITI
Anche qui è molto intuitivo capire che: molti debiti = molti guai.
Però attenzione, ci sono debiti e debiti e soprattutto devi saperli guardare bene.
Innanzitutto devi sempre metterli in rapporto al Patrimonio Netto.
Ma cos’è il Patrimonio Netto?
E’ semplicemente la fotografia della solidità dell’azienda.
E’ l’indicatore di quanto è forte la società e di quanto può resistere agli urti e agli scossoni.
Si tratta dell’ammontare di patrimonio libero da oneri e da debiti.
Ma quali debiti bisogna guardare con attenzione?
I principali indiziati qui sono i debiti a medio lungo termine.
Quando sono troppo alti, rispetto al patrimonio netto, è un segnale di grossa fragilità.
Significa che l’azienda, con le risorse a disposizione, non è in grado di coprire le proprie posizione debitorie.
Un lieve colpo di vento potrebbe spazzare via tutto…e sui mercati ogni tanto tirano certi tifoni…
4. UTILI
Fammelo dire nel modo più chiaro possibile.
Una società che non genera utili non ha alcun futuro.
Non solo, questi utili devono essere proporzionati ai ricavi e devono crescere nel tempo.
Se un’azienda produce 1 mln di € di utili, ma ha ricavi per 1 miliardo di €…c’è un problema.
Si tratta solo dello 0,1% di utili…cioè noccioline.
Anche in questo caso, un lieve colpo di vento (vedi una spesa imprevista) fa crollare il castello.
Inoltre, dagli utili si prendono le risorse per pagare i dividendi, perciò è importante che siano sostanziosi e crescenti.
Anche qui conta molto la progressione e la loro crescita nel tempo.
5. P/E
Eccoci, siamo di fronte ad uno degli indicatori più utilizzati per l’analisi fondamentale di un’azione.
Questo indicatore mette in relazione il prezzo di un azione con gli utili prodotti dall’azienda (te l’avevo detto che erano importanti).
Perchè li mette in relazione?
Semplice, per cercare di capire quanto tempo serve per rientrare dal proprio investimento.
Ricordati sempre che la risorsa più importante che abbiamo non sono i SOLDI ma il TEMPO!
E ricordati anche che la finanza è un acceleratore di TEMPO non di SOLDI!
Perciò, se io compro 10 azioni da 1.000€ l’una, sto investendo 10.000€.
Mettiamo che il P/E di questa azione sia di 10, quello che mi sta dicendo è che il mercato si aspetta che ci vogliano 10 anni per rientrare dall’investimento.
Quindi, se ci devo mettere 10 anni per riavere i miei 10.000 €, ogni anno avrò più o meno un guadagno di 1.000 € dalle mie azioni (10.000 € / 10).
Che si traducono in dividendi per 100 € ad azione (1.000 € / 10).
Compro un azione che costa 1.000 € e ogni anno mi offre dividendi per 100 €.
Ok, ma quindi cosa vuol dire quando un’azione ha un P/E di 186?
Non è certo ragionevole (oltre che umano) aspettare così tanto tempo, no?
Vero! In questo caso ti sta però segnalando una cosa molto importante.
Il P/E ti dice che il mercato si aspetta che in futuro questa azienda sarà in grado di generare molti molti utili.
Perciò le persone sono disposte a pagare un prezzo più alto OGGI per avere questa azione che renderà profitti straordinari DOMANI.
Chiaramente non vi è alcuna certezza che ciò accada.
Se sia vero o meno dipende dalla solidità della sua storia e dall’insieme degli altri indicatori.
Quindi qual è un buon livello di P/E?
Per prendere dei punti di riferimento, la prima cosa da fare è guardare quali sono i P/E di aziende simili, possibilmente nello stesso settore.
Poi devi valutare se la differenza è giustificata, in base all’analisi degli altri indicatori.
Ti consiglio di abbinare sempre al P/E anche l’analisi sulla crescita degli utili.
Un’azione che presenta un alto P/E e utili in forte crescita è sicuramente degna di nota e riflessione.
6. P/BV
Si tratta del rapporto tra il prezzo dell’azione e il suo valore del patrimonio, scritto nei bilanci (price to book value).
Si dice sempre che il prezzo dovrebbe incorporare tutte le informazioni utili di un’azione.
Bene, allora se lo rapportiamo al valore patrimoniale dell’azienda, possiamo capire molte cose.
Ad esempio possiamo vedere se il mercato sta snobbando o meno il titolo.
Se il P/BV è inferiore a 1, allora significa che l’azione è sottovalutata e il prezzo è più basso rispetto al valore indicato dal patrimonio in bilancio.
Attenzione: non significa che abbiamo fatto bingo, ma solo che possiamo approfondire se si tratta di un segnale di reale perdita di valore della società o se abbiamo appena scovato un’opportunità.
Chi fa analisi fondamentale chiama la differenza tra il prezzo inferiore e quello che eguaglia il patrimonio come “margine di sicurezza”.
Infatti molti investitori “fondamentali” si concentrano sulla ricerca di azioni con un buon margine di sicurezza, per provare a garantirsi guadagni interessanti.
7. DIVIDENDI
Alcune aziende non li emettono per anni.
In altri casi si tratta invece dell’unico obiettivo dell’investimento.
Innanzitutto bisogna distinguere le azioni tra Growth e le Value.
Le azioni Growth sono quelle che aumentano velocemente il loro valore nel tempo e, per farlo, sacrificano gli utili investendo pesantemente sulla crescita.
Il guadagno è quindi dato prevalentemente dall’aumento del prezzo dell’azione.
Chiaramente il rischio è che tale crescita si fermi di colpo per via di problemi e imprevisti di percorso.
Se compri un’azione Growth e ti aspetti i dividendi…campa cavallo che l’erba cresce.
Puoi ad esempio riconoscere un’azione Growth quando presenta un P/E molto molto alto.
Ad esempio TESLA è un’azione Growth (non ha neanche il P/E).
Il suo valore è aumentato tanto negli ultimi anni anche se i suoi azionisti non hanno ancora visto un centesimo di dividendo…e non lo vedranno ancora per un po’.
fonte: Bloomberg
Se invece cerchi il dividendo nel tuo investimento, allora cerchi principalmente azioni Value.
Queste sono spesso azioni di aziende “mature” che hanno raggiunto una certa stabilità in termini di crescita all’interno del loro mercato.
La fase di startup è bella che finita da un pezzo e l’obiettivo è dichiaratamente il mantenimento delle proprie quote di mercato e la crescita lenta, ma costante.
Si punta a raccogliere i frutti degli investimenti fatti negli anni precedenti e a “spremere” la redditività dell’azienda.
APPLE è un ottimo esempio di azione Value.
Se cerchi il dividendo, controlla la sua elargizione negli anni precedenti e poi vai a controllare quanti soldi ha in cassa l’azienda.
Quando un’azienda vende e genera molta “cassa” può fare 2 cose:
- Comprare qualcosa
- Distribuire il dividendo
Abbiamo già visto che Mark Zuckerberg ha optato per l’acquisto…
Ok, vuoi vedere adesso un esempio pratico di analisi fondamentale?
CASE STUDY: MARR – GRUPPO CREMONINI
(disclaimer: questa analisi non presuppone alcuna indicazione di investimento)
Fine 2013.
Ero in banca e seguivo il Gruppo Cremonini, quello della carne.
Non ero mai entrato in uno dei loro ristoranti e soprattuto ignoravo che ci fosse un intero Gruppo Economico alle spalle, attivo nella produzione e nella distribuzione alimentare, oltre che della ristorazione (lo sapevi?)
Quando ho cominciato a leggere i bilanci ho notato l’esistenza di una società quotata all’interno del Gruppo, la MARR. Non l’avevo mai sentita nominare, né sapevo cosa facesse.
Tutto quello che vedevo era la descrizione sui documenti ufficiali:
“Marr commercializza e distribuisce prodotti alimentari agli operatori del foodservice attraverso una rete logistico-distributiva.”
Ne sapevo più o meno quanto prima.
Bei numeri, bel Gruppo e belle prospettive, ma facevo fatica a trasformare quei dati in qualcosa di reale, in persone e processi produttivi.
Poi la svolta.
Qualche mese dopo ero in macchina per andare in vacanza in Puglia.
Completamente fuori dalle logiche del mio lavoro.
Assorto nel traffico dell’autostrada vedo che mi sorpassa un camion con la scritta gigante della MARR.
(mi colpì perché andava forte…)
Click, si accende la lampadina.
“Ah, guarda…ecco cosa fanno, hanno i camion per trasportare il cibo”, penso subito.
E allora così, per gioco, nelle restanti ore di viaggio presto maggiore attenzione ai camion che incrocio e conto quelli della MARR (una cosa assolutamente normale da fare…).
Alla fine vedo che il rapporto è di circa 4-5 dei loro ogni 10…mmmh interessante.
Questi lavorano!
Ma la svolta è arrivata il giorno che ho visto fermarsi uno dei loro camion sotto casa mia, per rifornire il supermercato di quartiere.
Allora ho capito.
Se questa società era in grado di passare dalla distribuzione per i ristoranti in giro per l’Italia, fino ad arrivare a rifornire anche un piccolo negozio, non poteva che indicare una certa forza nel loro mercato.
Pensi che questa parte del valore sia esprimibile solamente leggendo alcuni numeri di bilancio?
A questo punto ho messo insieme alla mia osservazione i numeri dei bilanci.
I ricavi in crescita.
L’Ebitda stabile.
I debiti sotto controllo.
L’utile costante e i dividenti pagati.
Diamo un’occhiata insieme all’andamento del titolo azionario?
fonte: Yahoo Finance.
Fino a fine 2013 il titolo aveva avuto un movimento più o meno “laterale”, cioè né in salita né in discesa.
Poi la crescita costante.
Il Gruppo Cremonini ha acquisito e nutrito al suo interno un gioiellino della distribuzione logistica del settore alimentare.
Conclusioni: come investire in azioni
Ok, in questo articolo ti ho mostrato la strategia, la forma mentis e gli indicatori principali per comprendere come investire in azioni.
Quando arrivi in fondo è il momento di fermarsi, ragionare e riflettere sui dati e le informazioni che hai raccolto ed emettere un giudizio che preveda INEVITABILMENTE un determinato margine di errore.
Ascoltami bene.
Non pensare alle occasioni che hai perso o che stai lasciando andare.
Sui mercati finanziari tutti perdono occasioni.
E anche gli investitori veramente capaci hanno perso un po’ di soldi…prima o poi capita a tutti.
Preoccupati di assimilare un metodo e una mentalità votata alla ricerca del valore e della creazione di ricchezza.
Vedrai che non avrai bisogno di avere sempre ragione…
…ti basterà essere nel giusto 6-7 volte (circa) su 10 per portare a casa un buon rendimento.
A tal riguardo ti può interessare l’articolo con la strategia generale su come investire soldi.
a presto
Matteo
ps: cosa ne pensi? hai delle esperienze da raccontarmi nei commenti?